Prevenzione della Contaminazione Fisica negli Alimenti

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“Controllare i corpi estranei per tutelare sicurezza e mercato”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, dicembre 2025, autore Marco Valerio Francone • 

Metallo, plastica e altri contaminanti generano oltre un quarto dei richiami

La contaminazione fisica negli alimenti è un tema di grande importanza al fine di assicurare non solo la sicurezza alimentare ma anche costruire la fiducia del consumatore e la reputazione del marchio.

Prevenire la contaminazione fisica negli alimenti non è quindi solo un requisito (di legge) per il bene del consumatore, ma anche una “necessità” per creare la fiducia fra produttori e consumatori, sintetizzando: la prevenzione delle contaminazioni fisiche è una buona pratica legale e commerciale.

Se guardiamo alle statistiche periodiche è facile vedere come il rischio associato alla presenza di corpi estranei negli alimenti è estremamente elevato e le conseguenze di un’inosservanza possono essere molto gravi. Un esempio? Solo nel 2024, la contaminazione fisica è stata la causa del 28% di tutti i richiami di prodotti in mercati chiave come il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Germania e l’Australia. Fra i corpi estranei maggiormente riscontrati troviamo il metallo e la plastica.

Come approcciare correttamente la prevenzione della contaminazione fisica negli Alimenti

Le normative quadro UE che parlano di prevenzione di pericoli da contaminazione fisica sono il Regolamento 178/2002/CE e il Regolamento 1935/2004/CE (per i materiali e oggetti destinati al contatto con alimenti). Esistono poi moltissimi atti normativi e linee guida che parlano di prevenzione della contaminazione fisica negli alimenti, tuttavia, queste due norme rappresentano la “base di partenza giuridica” almeno per gli Stati Membri.

Oltre al comparto cogente, molte realtà alimentari, affrontano in modo efficace il rischio da corpi estranei attraverso l’implementazione di un programma di sicurezza alimentare solido, guidato da standard riconosciuti a livello globale come, ad esempio, quelli approvati dal GFSI (Global Food Safety Initiative): BRCGS, IFS, SQF e FSSC 22000.

Chi aderisce, volontariamente, a questi standard si cimenterà con diversi requisiti che impongono l’uso di un sistema di analisi dei rischi per identificare, mitigare e controllare i pericoli potenziali, fra i quali spiccano i corpi estranei. L’ottenimento dello status di azienda certificata ai sensi della norma di riferimento, di fatto non è “solo” un vantaggio commerciale, ma rappresenta un’attestazione di due diligence, ovvero la dimostrazione di aver adottato tutte le misure precauzionali necessarie.

Operare in Due Diligence è fondamentale non solo per la conformità normativa, ma per la sopravvivenza commerciale in un mercato sempre più attento alle allerte sanitari per corpi estranei.

Principali fonti di contaminazione fisica negli alimenti negli ultimi 5 anni

Facciamo una premessa: la contaminazione fisica è un evento occasionale (ma a volte anche volontario) che può verificarsi in qualsiasi punto della catena di produzione, dalle materie prime al confezionamento finale. Secondo i dati raccolti con l’ausilio di Normativa Alimentare® la contaminazione fisica è responsabile del 28% circa dei richiami di prodotti (riferimento anno 2024). Fra i corpi estranei a maggior incidenza troviamo diverse macro-fonti:

A. Contaminanti legati ai materiali (Materie prime e naturali)

  • Contaminanti naturali
  • Contaminanti esogeni nelle materie prime

B. Contaminanti legati ai processi (Macchinari e manutenzione)

  • Guasti o malfunzionamenti delle macchine
  • Procedure di manutenzione
  • Pulizia inadeguata

C. Contaminanti legati al personale e all’ambiente: introduzione accidentale da parte dei dipendenti.

D. Contaminanti legati al confezionamento (fine linea)

  • Difetti nella confezione
  • Materiali di imballaggio