Biodegradabilità e biocompostabilità: il punto sulla norma volontaria

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“La norma UNI EN 13432:2002 per gli imballaggi alimentari”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, maggio 2021, autore Marco Valerio Francone • 

La normativa UNI EN 13432:2002“Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione” nasce per colmare alcuni vuoti legislativi lasciati dalla precedente direttiva 94/62/CE. La direttiva europea, infatti, poteva essere interpretata dal singolo legislatore con il rischio di generare incomprensioni o usi impropri dei termini, soprattutto “compostabile” e “biodegradabile”.
La normativa UNI EN 13432:2002 è una normativa su base volontaria, armonizzata a livello di Unione Europea e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee e fornisce presunzione di conformità con la Direttiva Europea 94/62/CE, sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio.

Che cosa significa “biodegradabilità” e “biocompostabilità”

Per biodegradabilità o biocompostabilità si intende la degradazione pari ad almeno il 90% delle componenti di base entro sei mesi, in presenza di un ambiente ricco di anidride carbonica. Tale valore, per essere ufficialmente riconosciuto, viene definito e verificato in base al metodo ISO 14855.
In base alla norma UNI EN 13432:2002, per definirsi compostabile, un materiale deve possedere le seguenti caratteristiche:
  • Degradabilità pari ad almeno il 90% entro sei mesi in presenza di un ambiente ricco di anidride carbonica. Il valore deve essere verificato in base al metodo ISO 14855.
  • Se in contatto con materiali organici per tre mesi, la massa del materiale deve essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm, da verificare secondo lo standard ISO 14045.
  • Il materiale non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio.
  • Il materiale deve avere una bassa concentrazione di metalli pesanti additivati al materiale.
  • I valori di pH, il contenuto salino, le concentrazioni di solidi volatili, azoto, fosforo, magnesio e potassio devono rimanere al di sotto dei limiti stabiliti.
Altri termini sono legati al concetto di BIODEGRADABILITÀ e DISINTEGRABILITÀ e rivestono un ruolo importante nei processi di analisi dei materiali:
  • Biodegradabilità: è determinata misurando l’effettiva conversione metabolica del materiale compostabile in anidride carbonica.
    Questa proprietà è valutata quantitativamente con un metodo di prova standard:
    EN 14046 (anche pubblicato come ISO 14855: biodegradabilità in condizioni di compostaggio controllato). Il livello di accettazione è pari al 90% da raggiungere in meno di 6 mesi.
  • Disintegrabilità: è la frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale (assenza di contaminazione visiva). Misurata con una prova di compostaggio su scala pilota (EN 14045).
    Il materiale in esame viene biodegradato insieme con rifiuti organici per 3 mesi. Alla fine, il compost viene vagliato con un setaccio di 2 mm di luce.
    I residui del materiale di prova con dimensioni maggiori di 2 mm sono considerati non disintegrati.
    Questa frazione deve essere inferiore al 10% della massa iniziale.
  • Assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio: requisito verificato con una prova di compostaggio su scala pilota.
  • Bassi livelli di metalli pesanti: (al di sotto di valori massimi predefiniti) e assenza di effetti negativi sulla qualità del compost (esempio: riduzione del valore agronomico e presenza di effetti ecotossicologici sulla crescita delle piante). Una prova di crescita di piante (test OECD 208 modificato) è eseguita su campioni di compost dove è avvenuta la degradazione del materiale di prova. Non si deve evidenziare nessuna differenza con un compost di controllo.
  • Altri parametri chimico-fisici che non devono differire dal compost di controllo dopo la biodegradazione sono: pH; contenuto salino; solidi volatili; N; P; Mg; K. Ciascuno di questi punti è necessario per la definizione della compostabilità, ma da solo non è sufficiente. Ad esempio, un materiale biodegradabile non è necessariamente compostabile perché deve anche disintegrarsi durante un ciclo di compostaggio. 
D’altra parte, un materiale che si frantuma durante un ciclo di compostaggio in pezzi microscopici che non sono però poi totalmente biodegradabili non è compostabile.
Che cosa prevede la normativa UNI EN 13432:2002
La norma EN 13432, che definisce la compostabilità degli imballaggi, stabilisce che:
  • La biodegradabilità deve essere determinata per ogni materiale di imballaggio o ogni costituente organico significativo del materiale di imballaggio. “Significativo” sta ad indicare qualsiasi  costituente organico presente in misura maggiore dell’1% di massa secca di quel materiale.
  • La proporzione totale di costituenti organici senza biodegradabilità determinata non deve essere maggiore del 5%.
In merito alla possibilità di riconoscere un imballo conforme alla normativa UNI EN 13432:2002, l’azienda deve implementare un sistema di controllo dei processi e dei parametri dei materiali tali da dimostrare la conformità ai requisiti della norma stessa.