Caffè Alberto

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“Dai grani ai semilavorati per l’industria dolciaria. All’ombra della mole una delle torrefazioni che hanno fatto grande Torino”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, febbraio 2023, autore Alberto Medda Costella

Torino, oltre che prima capitale d’Italia, è stata la città per eccellenza del boom economico, con la presenza di grandi industrie automobilistiche come FIAT e Lancia che hanno fatto crescere il centro e il territorio circostante, favorendo quel flusso migratorio che ha fatto la storia del paese. La città della mole con i suoi caffè storici è stata anche culla del Risorgimento italiano.

L’esistenza di questi locali ha inoltre alimentato il sistema di drogherie e torrefazioni presenti nel tessuto urbano. A oggi Torino è la città con il più alto numero di mercati rionali e si contano una ventina di aziende legate al caffè, con la multinazionale Lavazza in testa e a seguire società altamente organizzate come Vergnano e Costadoro.

“Le altre sono tutte piccole torrefazioni come la nostra” spiega Corrado Alberto, proprietario dell’omonima azienda con sede a Mappano, caratterizzata dal pappagallo e la tazzina di caffè, in omaggio alle zone di coltivazione della bevanda. L’altro socio è Valerio Anzola.

“Negli anni ’60 crescevano i consumi, sia quelli domestici che al bar. Da sempre la nostra torrefazione ha lavorato molto in provincia, in particolare nel Canavese, dove aveva sede un’altra grande azienda pioniera nel campo dell’informatica, l’Olivetti. Un intero movimento che ha trascinato con sé tante realtà. Torino, insieme a Trieste e Napoli, rappresenta l’ideale triangolo del caffè. A Torino si consuma caffè di ottima qualità, con prevalenza di arabica, arabica fine e pregiata”.

La torrefazione è nata nel 1961. Alfredo Alberto, padre di Corrado, era un agente e importava caffè verde, con alcune esclusive come il caffè coltivato a Puerto Rico, che rivendeva alle torrefazioni. Passò dal caffè crudo all’apertura di una vera e propria torrefazione e iniziò a rifornire le prime drogherie. Nei primi anni era aiutato da un giovane ragazzo che inizialmente si occupava di generi alimentari, ma che poi è diventato collaboratore, nonché socio, di Alfredo: Romano Anzola.
“Io e suo figlio Valerio continuiamo a portare avanti questa attività che hanno creato i nostri genitori. Il mio è stato un ingresso graduale. Quando non si andava a scuola si seguiva il papà a lavoro. La scelta di entrare in torrefazione è maturata con l’università, alla fine degli anni ’80”.

La torrefazione Caffè Alberto si avvale oggi della collaborazione di otto persone. Ciò che distingue questa azienda da altre è una linea di semilavorati per l’industria dolciaria per la produzione di gelati, panettoni e biscotti.
“Lavoriamo molto con le aziende del nostro territorio che producono cioccolatini. Abbiamo un impianto che estrae mille litri di caffè al giorno, per fornirlo a chi realizza dei prodotti che hanno il gusto del caffè espresso. Nel 2012 abbiamo assorbito il nostro fornitore per servire la cioccolata calda in tazza. Abbiamo cominciato così a produrre internamente il preparato” prosegue Corrado Alberto.

La torrefazione oltre che nel Piemonte e nella Valle d’Aosta, esporta il suo caffè torrefatto anche in Grecia, Austria, Regno Unito, Repubblica Ceca, Danimarca e Taiwan. Le miscele sono varie, in modo da andare incontro alle esigenze del cliente con gusti differenti.
“C’è anche però un mio personale ragionamento – spiega Corrado – che il caffè non deve essere una bevanda univoca, ma può essere scelto a seconda del momento della giornata. Una miscela con una percentuale in più di robusta può essere indicata per il risveglio, per poi andare a ridurre la percentuale durante l’arco della giornata, fino ad arrivare ad un 100% arabica”.

Certo, il prezzo del caffè in tazzina deve essere proporzionale alla sensibilità del consumatore, senza dimenticare il ruolo che giocano i finalizzatori della filiera, ossia i baristi, che ha. Magari partendo dalla filiera, per poi approdare al luogo in cui il caffè lo si tosta, dove c’è una tradizione sia nel rito sia nelle esigenze. Torino, con le sue torrefazioni e i suoi caffè storici, è una di quelle città che idealmente fa parte di quel triangolo del caffè citato da Corrado Alberto.