“La torrefazione cuneese. Una miscela biologica 100% arabica tra i prodotti più amati”
• NOTIZIARIO TORREFATTORI, ottobre 2020, autore Alberto Medda Costella •
Il caffè Fantino è nato nel 1962, nel pieno centro della città di Cuneo, su iniziativa di due fratelli che già lavoravano per un’altra torrefazione nel torinese. Dal 2004, a fronte di una crescita dell’azienda, la produzione si è spostata nel vicino centro di Peveragno, in un paese poco distante, dove gli spazi larghi hanno permesso di gestire gli ordini in modo più ordinato e veloce. Il legame con la città dei sette assedi non è, però, per questo venuto meno.
“Già nel 1994 avevamo aperto il bar degustazione in pieno centro e nel 2001 il negozio di caffè alla mescita”, racconta Paolo Fantino, cinquantadue anni, figlio di uno dei due fondatori e che oggi guida l’azienda di famiglia. Con lui, nell’attività, anche la moglie Stefania e la sorella Alessandra.
Dal 2010 Fantino è anche produttore biologico certificato, con una filiera super controllata. “Una delle nostre miscele più vendute è quella biologica 100% arabica, il nostro prodotto di gamma”.
Oggi in torrefazione lavorano dieci persone più tre agenti di commercio, con l’ausilio di un nuovissimo impianto di tostatura, installato poco prima dell’inizio del lockdown. “Siamo molto dinamici. Io e mia moglie abbiamo in comune la noia per le cose sempre uguali. Cambiamo continuamente il packaging, e rivolgiamo sempre il nostro pensiero a un prodotto o idea nuova, più per indole che per marketing. Diciamo che questa situazione di incertezza non ha fermato la nostra creatività e voglia di fare”.
Per esaltare questo profilo e rinforzare l’immagine della continuità aziendale, le ultime confezioni Fantino mettono in risalto il logo storico della torrefazione, senza per questo rinunciare di offrire ai clienti una immagine di sé che sia in linea con lo stile dei tempi in cui viviamo. “Abbiamo svariate linee di tazze, da quelle legate al biologico a quelle che riprendono il logo storico, dalla linea red con il logo verticale ad altre linee fantasia. Il cliente può scegliersi il proprio servizio preferito in funzione dell’attività svolta. Per esempio la tazzina sviluppata in verticale, alta e stretta, è indicata per la ristorazione, perché permette di far arrivare al tavolo il caffè con la crema. O la Arteespresso, creata per servire coloro che vogliono una miscela particolare o che magari hanno un locale vicino ad un altro nostro cliente con cui non vuole entrare in concorrenza”.
Il logo storico è, invece, un marchio realizzato nel 1962 dai fratelli Fantino: un uomo di colore, con il caratteristico sombrero e davanti un sacco colmo di chicchi di caffè. “Noi conserviamo in azienda delle confezioni di caffè di quell’anno, con dei pesi oggi improponibili, 96 grammi e 195, che però riportano il vecchio logo. In occasione del cinquantesimo anno di attività abbiamo riprodotto questi astucci, riportando lo stesso logo e la stessa grafica, con una foto di mio padre Domenico che tosta”. Il legame con le origini è, però, anche un modo per far capire al consumatore che il caffè che beve è sempre lo stesso, fatto artigianalmente con cura meticolosa dei dettagli, tostato lentamente e migliorato con l’ausilio della tecnologia. Nel grazioso locale del centro storico è stata portata una piccola tostatrice per incuriosire il cliente, proponendo delle tostate e delle degustazioni al momento.
Questo compromesso tra innovazione e storicità, tra qualità e artigianalità, viene trovato anche col servizio dato ai clienti lontani, puntuale come con la bottega a pochi passi dalla torrefazione, con nuovi mezzi e consegne settimanali. I clienti della Fantino sono prevalentemente in provincia di Cuneo, in Liguria e oltre confine in Costa Azzurra. “Anche se vicino, la viabilità con la Francia non è il massimo, ma comunque la Costa Azzurra è popolata prevalentemente da italiani ed è come se ci si rivolgessimo a un pubblico locale”. Mentre per gli altri clienti in Italia e nel mondo, fatta eccezione per la Francia, la torrefazione si avvale dei corrieri nazionali. Clienti esteri, Estonia, Germania, Polonia e Romania, arrivati grazie alla partecipazione alle fiere.
“Noi facciamo quella di Norimberga. L’ultima volta siamo tornati con un paniere di contatti veramente ampio, ma il lockdown ha in parte vanificato gli sforzi. Pensiamo però che il Covid-19 non cambierà l’abitudine di incontrarsi al bar: lo abbiamo visto anche nel nostro locale, dove c’è stato un afflusso incredibile di persone. C’è voglia di normalità e per un italiano il caffè al bar è un’abitudine a cui non può rinunciare. Chiaro, con lo smartworking è cambiato il modo di lavorare, perché stando a casa non si fa la pausa la mattina al bar o il pranzo in ristorante a metà giornata, ma devo dire che noi ad agosto abbiamo lavorato benissimo. In questo momento l’impressione è che le attività abbiano paura a sbilanciarsi” conclude Paolo Fantino.
Nel frattempo la torrefazione cuneese ha avviato una partnership col birrificio locale Troll. Questa collaborazione ha portato alla creazione di una birra Coffee Porter, combinata con un’estrazione a freddo del caffè Fantino. A breve la vedremo in vendita nel loro store online, in attesa che tutto torni meglio di prima, con l’aiuto dell’esperienza, della tecnologia e, soprattutto, del dinamismo aziendale.