Emozioni e sensazioni: l’espresso della torrefazione Monforte

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“Tra storia e propositi post-Covid”

• La torrefazione molisana guidata da Magda Katsoura • NOTIZIARIO TORREFATTORI, luglio 2020, autore Alberto Medda Costella

“Il nostro mondo è molto legato alla circolazione delle persone e al turismo. La diffusione del Covid-19 e la conseguente chiusura di numerose attività sarà per tutti noi una stangata” dice dalla sua residenza ellenica Magda Katsoura, fondatrice della torrefazione molisana Monforte.
In questi ultimi mesi si è trovata impossibilitata a far rientro in Italia, anche se la Grecia è il suo paese natale.


“Sono qui dal 29 febbraio. L’immagine dell’Italia all’estero è stata molto danneggiata. Per chi come me è abituata a girare per le fiere non sarà semplice ripartire”.

Magda Katsoura è in Italia dal 1980, quando decise di iscriversi all’Università per stranieri di Perugia. Successivamente passa qualche anno ad Urbino per studiare giornalismo e nel 1985 si trasferisce a Campobasso, nella città del marito. Per vent’anni lavora nel suo studio dentistico, ottenendo nel frattempo un altro titolo in erboristeria e botanica.
Con le competenze acquisite decide di aprire una piccola torrefazione di quartiere.

“Io sono di Salonicco” riprende Katsoura. “Nella mia città c’erano tante persone che tostavano il caffè. Avevo il ricordo del piacevolissimo profumo che emanava una piccola torrefazione gestita da armeni. Sono stati quei ricordi a spingermi in questo ambiente.
Da lì è nato il desiderio di cercare i sapori veri e di non fermarsi ai prodotti industriali”.

Il mestiere di torrefattrice le riesce abbastanza bene, ma i numeri non la soddisfano. Guidata dalla sua passione, Katsoura non si scoraggia.

“Ero comunque felicissima del mio lavoro. Ogni chicco ha una sua storia e una sua provenienza geografica. Consideravo sublime la possibilità di miscelare il caffè, equilibrando l’amaro di uno con la dolcezza dell’altro”.
Nel 1999 tramite il Gruppo Triveneto, che ha dato poi vita all’attuale GITC, conosce Arnaldo Paduani, a cui espone il suo caso: decide di iscriversi al Gruppo. “Vedendo il loro know-how e apprezzando la loro filosofia su come intendono il mondo del caffè mi sono subito trovata a casa. La differenza all’epoca più che il valore reale della miscela la faceva il finanziamento alle attività. È giusto dare una mano al barista, ma le esagerazioni hanno portato a delle storture” racconta Katsoura.
La torrefazione Monforte è stata una delle prime a ottenere il riconoscimento per l’Espresso italiano di qualità, con due miscele sottoposte al vaglio del laboratorio chimico di Trieste del dott. Dario De Palo. Una certificazione a cui Magda tiene moltissimo: “Devo tanto a questo marchio e alla memoria di Arnaldo Paduani. Ti fa distinguere dal marasma generale. In Italia per caffè si intende quello fatto con la moka o l’espresso al bar. Io creo miscele appositamente per l’espresso, pensate per far provare emozioni e sensazioni, con l’intento di offrire qualcosa di tipico del nostro Paese”.

In questi ultimi mesi la crisi causata dal Covid-19 ha bloccato le vendite di caffè nel settore Ho.Re.Ca., mettendo a dura prova le torrefazioni. Gli acquisti nell’e-commerce sono sì aumentati, ma sempre indirizzati al prodotto da prezzo.
“Con la crisi generata dal Corona Virus tutti i torrefattori si devono fare un esame di coscienza. In Italia i marchi che dominano il dettaglio non sono stati costretti a chiudere, perché il consumatore abituale di caffè continuerà a comprare quello che costa meno. Abbiamo assistito ai baristi che per fare qualità si comprano i tostini, che noi generalmente utilizziamo per gli assaggi. Ora è diventata una moda, ma questa è una risposta allo scadere del nostro prodotto. L’unica cosa che possiamo fare per distinguerci dalle grandi multinazionali è lavorare per fornire degli strumenti al consumatore, in modo che possa compiere una scelta consapevole nella scelta di una miscela o di una tazzina di caffè”.
Oggi la Monforte ha sede e stabilimento a Ripalimosani, vicino a Campobasso, con cinque persone impiegate nella produzione e altre tre in amministrazione. Gran parte del fatturato della torrefazione è dato dall’export, grazie alla collaborazione con Boncafè, una società che commercializza il caffè Monforte soprattutto in Medio Oriente. Magda Katsoura ha investito nell’acquisto di macchine moderne a ridotto consumo energetico. La qualità del prodotto e l’etica che regola il rapporto con i lavoratori delle piantagioni sono davanti a tutto.

“Io nasco come insegnante e poi divento torrefattrice: questa è la mia mentalità. Voglio che i miei clienti sappiano cosa stanno bevendo, in modo da riconoscere le differenze. Per questo mi vanto di essere una delle promotrici del caffè italiano di qualità” conclude Katsoura.

 

www.caffemonforte.com