Giovannacci Caffè. Dalla bottega ai social attraverso tre generazioni

0
432

“Un esempio fortunato di passaggio generazionale. Il percorso di crescita e sviluppo della torrefazione ligure”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, ottobre 2022, autore Alberto Medda Costella

La storia della famiglia Giovannacci parte da Alessandria, da dove Piero, fondatore della torrefazione, inizia a fare il rappresentante alimentare. Tra i prodotti che il signor Giovannacci propone c’è anche il caffè di un’azienda di Finale Ligure. L’amore con la città costiera parte proprio da quella che sarebbe diventata la bevanda più consumata al mondo. È il 1967 e Piero Giovannacci decide di dare testa e gambe al sogno della sua vita. Apre, così, una piccola degustazione nel centro cittadino, nel cui retrobottega tosta i suoi caffè. La Liguria diventa la sua terra d’adozione, dove trova moglie e mette su famiglia.

“Nei suoi pensieri non c’era l’intenzione di diventare rivendita per altri locali – spiega Francesco, nipote di Piero-. In quegli anni, davanti alla bottega c’era la coda. Ha capito che questo lavoro avrebbe dato parecchie soddisfazioni. La piccola degustazione si trasforma in questo modo in una vera e propria torrefazione”.
Erano gli anni ’60. La qualità dei caffè tostati dal signor Piero era così alta che nel giro di poco tempo iniziò a rivendere le sue miscele anche nelle caffetterie vicine e, piano piano, con l’aiuto dei figli Massimo e Gilberto, è iniziata un’avventura che dura ancora oggi, fino a giungere alla terza generazione di cui Francesco è l’ultimo rappresentante, ma solo per età anagrafica.

“Con mio padre e mio zio è entrata la seconda generazione che negli anni ’90 ha portato a strutturare meglio l’organizzazione del lavoro – riprende Francesco, laurea in psicologia del lavoro-. La cosa bella è che noi nipoti abbiamo seguito un percorso di studio diverso l’uno dall’altro. Ci piaceva quello che facevamo e tutti e tre avevamo già degli sbocchi lavorativi, ma abbiamo preferito per amore di famiglia e di mestiere entrare in azienda”.
Oltre a Francesco, in torrefazione lavorano anche i suoi fratelli Lorenzo e Martina, con studi rispettivamente in Amministrazione, Finanza e Controllo e Filosofia. “Io ho discusso una tesi di psicologia del lavoro con tema il passaggio generazionale all’interno della nostra torrefazione” racconta Francesco “Il nostro ingresso è coinciso con l’apporto di nuove competenze, che hanno permesso di fare la differenza rispetto al know-how che già possedevamo” interviene Lorenzo.
Oggi la torrefazione si avvale complessivamente di 13 collaboratori. I clienti sono concentrati prevalentemente in Liguria, da Ventimiglia a Genova, con alcuni sconfinamenti in Costa Azzurra, Piemonte e Lombardia. Senza dimenticare il Nord Europa, Austria, Germania, Svizzera, Olanda, Lituania e Russia, dove c’è più attenzione per la qualità e si preferiscono 100% arabica, con tostature più chiare e caffè mono-origine. Dal 2014 sono stati avviati una serie di progetti che hanno rivoluzionato il sistema produttivo, e che hanno interessato sia i macchinari che i collaboratori. “Il nostro ingresso in torrefazione – spiega Martina – è coinciso col passaggio dall’essere artigiani di altissima qualità a essere scienziati torrefattori che lavorano caffè pregiati. Il nostro obbiettivo non è ingrandirci, ma svilupparci. Il focus rimane la qualità e lo sviluppo delle competenze. Potevamo comprare una tostatrice con il doppio della capacità produttiva che già avevamo, ma abbiamo preferito riprenderne un’altra uguale, più moderna e meno inquinante”.

In torrefazione ha infatti fatto ingresso una Petroncini Specialty Roasters da 60 chili, che ha sostituito quella precedente più obsoleta. Ma c’è un di più, che recentemente ha fatto la differenza, soprattutto durante il lockdown e i lunghi periodi di restrizione: lo sbarco nell’e-commerce. “Durante il periodo del lockdown abbiamo fatto parecchie consegne ai privati. Questo ha permesso di raggiungere bellissimi numeri e di pagare tutti gli stipendi e i fornitori” riprende Francesco.
Il periodo del Covid ha portato le torrefazioni del nostro gruppo a riflettere e riorganizzare le idee, concedendo pause più lunghe. Così è stato anche per la torrefazione Giovannacci, che, col tempo libero a disposizione, è riuscita a sviluppare la presenza nei social. I cambiamenti hanno interessato anche il settore Ho.Re.Ca., dove la torrefazione continua ad avere buona parte dei suoi clienti. “Oggi ci sono locali che prima lavoravano di più e adesso meno e viceversa. C’è ancora molto smart-working e dobbiamo sempre essere pronti a cogliere le tendenze, mantenendo alti gli standard di qualità” chiude questa lunga chiacchierata Massimo, il papà, che ha saputo trasmettere la passione e l’amore per questo mestiere ai suoi tre figli, così come fece nonno Piero nel 1967, quando da Alessandria partì alla volta di Finale per fare il mestiere più bello del mondo. Lo storico locale in centro è attualmente gestito dall’altro figlio di Piero, Gilberto, che ha il compito di portare riscontro del buon caffè all’azienda da parte della clientela e di tenere viva la tradizione dei finalesi, che ancora oggi fanno la fila per gustare un ottimo caffè.