“Caratteristiche e sicurezza degli imballaggi. Cosa è utile conoscere e cosa è necessario richiedere”
• NOTIZIARIO TORREFATTORI, maggio 2022, autore Marco Valerio Francone •
Il tema degli inchiostri da imballaggio o anche impropriamente definiti inchiostri per alimenti rappresenta sempre un argomento di discussione e confronto fra le aziende (fornitori e clienti) nonché per gli addetti al settore.
Cercheremo qui di analizzare in modo semplice ma chiaro il ruolo del packaging e quello degli inchiostri da stampa.
In primo luogo è utile ricordare che gli inchiostri da stampa hanno caratteristiche molto differenti a secondo della destinazione d’uso, dei materiali e delle condizioni di impiego. Quando si parla di inchiostri da imballaggio inoltre va considerato quale tipologia di imballaggio, la tecnologia di stampa, le shelflife dell’imballo e molte altre variabili.
Infine, la definizione di “inchiostri per alimenti” spesso è impropriamente utilizzata nel settore e oggetto di richieste a volte bizzarre come la “dichiarazione di conformità alimentare per gli inchiostri”.
Al massimo potremmo parlare di inchiostri da stampa destinati all’utilizzo verso materiali a contatto con alimenti.
Il ruolo del packaging e degli inchiostri da stampa
Un’altra importante considerazione è legata al ruolo che oggi il packaging alimentare è tenuto a ricoprire e quello che invece è il suo ruolo e la sua funzione primaria.
Il packaging alimentare nasce per garantire e assicurare la protezione dell’alimento durante le fasi di trasporto. La sua funzione è garantire l’igiene dell’alimento e la salvaguardia dalle sue caratteristiche, proteggendolo dalle contaminazioni chimiche e batteriche.
La sua funzione secondaria è invece quella di fornire informazioni sul prodotto ed essere un veicolo importante di marketing. Ed è qui che entrano in gioco gli inchiostri da stampa.
Proprio questo secondo aspetto, legato alle vendite ed al profitto, non deve mai prevaricare il ruolo primario ovvero quello di proteggere l’alimento, nonché quello di impedire il trasferimento di sostanze nocive dai materiali esterni al prodotto stesso.
Il trasferimento delle sostanze dal packaging all’alimento
Innanzitutto sarebbe utile considerare il packaging come una sorta di “barriera” fra il mondo esterno, lui stesso e l’alimento. Questa visione ci aiuta a capire oltre che il ruolo del packaging anche quelli degli inchiostri da stampa.
Un inchiostro da stampa, al pari di una sostanza che compone il materiale da imballaggio, può essere trasferita all’alimento.
Tecnicamente esistono 3 tipologie di possibile trasferimento:
· Migrazione: è quella più comunemente conosciuta nel settore, ovvero la capacità di un componente di migrare, ovvero passare da un lato ad un altro, verso il prodotto. I fattori che influenzano la migrazione sono moltissimi ma resta il fatto che questo fenomeno deve essere considerato nell’analisi dei pericoli e gli inchiostri non sono esclusi.
· Set-off: è un fenomeno rischioso e spesso non visibile ad occhio nudo se non in casi davvero eclatanti. Rappresenta uno dei maggiori rischi che impattano direttamente sugli inchiostri da stampa. Si verifica nei casi in cui il packaging viene stampato e, almeno apparentemente, non ha difetti. Tuttavia nelle successive fasi viene impilato o avvolto uno sull’altro causando una zona di contatto fra lato esterno ed interno. In questo condizione può avvenire una seria contaminazione fra le due superfici con trasferimento diretto di inchiostro da stampa sulla superficie che andrà presumibilmente a contatto con l’alimento.
· Trasferimento in fase gassosa: avviene quando il prodotto viene confezionato a condizioni non ancora stabilizzate (confezionamento a caldo ad esempio). In queste situazioni il prodotto ha la tendenza a rilasciare componenti volativi all’interno del packaging tali da poter influenzare le sue caratteristiche interagendo con esse compresi gli inchiostri da stampa. Una possibile migrazione in questo caso è maggiore e l’alimento potrebbe risentirne. Le caratteristiche degli imballi e il loro effetto barriera a questo punto possono giocare un ruolo importante sul trasferimento di sostanze compresi gli inchiostri da stampa utilizzati.
Anche qui possiamo identificare 3 tipologie di “barriere” ovvero:
· Le barriere permanenti, ovvero vetro, metallo e alluminio con spessore superiore ai 7µm. Su questi materiali la presenza di inchiostri da stampa non ha implicazioni verso il prodotto (fatto salvo per effetto set-off).
· Le barriere funzionali, ovvero quelle rappresentate da film plastici che rispondono a requisiti di resistenza specifici. Su questi materiali, invece, l’impatto degli inchiostri da stampa deve essere considerato e valutato come un possibile rischio.
· L’assenza di barriere, ovvero materiali come carta e cartone utilizzati spesso come imballaggio finale ma erroneamente considerati come esenti da rischi. Anche per questa categoria gli inchiostri da stampa devono essere attentamente valutati come un possibile rischio soprattutto se le condizioni logistiche sono variabili.
È, infine, da ricordare che la scelta della tipologia di barriera più idonea e con essa la tipologia di inchiostro da stampa utilizzato deve sempre considerare come primo elemento il prodotto che deve contenere.
La normativa sugli inchiostri da stampa
Il campo normativo che disciplina gli inchiostri da stampa è piuttosto complesso e soprattutto negli anni non ha goduto di una evoluzione come invece, ad esempio, lo è stato per i materiali in plastica, che ha portato una normativa comunitaria unificata ovvero il Regolamento UE 10/2011.
Gli inchiostri da stampa di fatto sono tra i materiali ancora non normati a livello comunitario e oggi, a livello di analisi dei rischi potenzialmente trasmissibili agli alimenti. Possono appellarsi in modo indiretto solo ai requisiti stabiliti per i materiali a contatto alimentare citati nei seguenti regolamenti:
· Regolamento CE 1935/2004 che stabilisce la necessità di un materiale idoneo al contatto con alimenti di non trasferire all’alimento componenti nocive o dannose alla salute, ovvero, di non alterarne le caratteristiche organolettiche.
· Regolamento CE 2023/2006 che stabilisce una valutazione dei rischi che conduca alle buone prassi lavorative o GMP, Allegato comma 1.
· Regolamento UE 10/2011 che stabilisce indirettamente i requisiti per inchiostri da stampa come i limiti di migrazione specifica.
Tuttavia a livello UE, il quadro regolatorio fornisce solo un principio generale di sicurezza verso i materiali a contatto alimentare e non una specifica indicazione per gli inchiostri da stampa destinati al settore alimentare.
Per i materiali a contatto alimentare una volta stabilita la conformità a questi regolamenti, anche gli inchiostri da stampa possono essere immessi sul mercato in tutta l’UE, restando soggetti ad eventuali legislazioni di carattere nazionale e al principio di mutuo riconoscimento.
Quindi basta la conformità ai regolamenti UE per essere “conformi”? In realtà no, la situazione non è così semplice.
Nella prossimo articolo, il prossimo mese, analizzeremo quali sono le norme e le specifiche tecniche oltre il quadro UE che oggi possono essere considerate uno strumento utile per l’analisi dei rischi e la conformità dei materiali.