Inchiostri da stampa per il settore MOCA • 2°

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“Approfondimento. Cosa è utile conoscere e cosa è necessario richiedere”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, giugno 2022, autore Marco Valerio Francone • 

Il mese scorso abbiamo iniziato a conoscere meglio questi prodotti e abbiamo iniziato a valutare il loro ruolo nel settore dei materiali a contatto alimentare. Oggi parleremo degli “inchiostri da imballaggio” in termini più utili da un punto di vista della loro idoneità all’utilizzo nel settore dei MOCA.

Come valutare la conformità ad uso alimentare degli inchiostri da stampa
Il tema degli “inchiostri per alimenti” ritorna spesso nelle riunioni con clienti ma anche e soprattutto durante gli audit, sia di seconda parte che negli audit di terza parte e spesso le sorprese non sono piacevoli. Vi ricordate la situazione regolatoria per quanto riguarda la UE? Ne abbiamo parlato sul numero di maggio, si tratta di un quadro ancora poco chiaro e questo crea una serie di problematiche sia in fase di qualifica del fornitore e del materiale, sia in termini di dichiarazioni di conformità all’utilizzo.
In questo quadro normativo complesso e soprattutto scarsamente evoluto rispetto ad altri materiali, alcuni Stati membri e associazioni di categoria si sono mosse in autonomia, dettando oltre che regolamentazioni verticali applicabili al paese, anche una linea guida di lavoro per la UE che è tenuta quindi a migliorare questa situazione poco chiara.

La posizione Svizzera
In Svizzera esiste un’ordinanza specifica del DFI emanata il 16 dicembre 2016 che regolamenta gli inchiostri d stampa. Attualmente la Svizzera, pur non essendo uno stato membro, è l’unico paese che dispone di una legislazione in tal senso. La norma elenca in una lista una serie di sostanze utilizzabili per la realizzazione dell’inchiostro da stampa; la lista fa distinzione fra “sostanze valutate” e “sostanze non valutate” e per queste ultime non vige un divieto ma il limite massimo di trasferimento al cibo è fissato a 10ppb. Di fatto è un limite di migrazione specifico applicabile agli inchiostri da stampa.
Tuttavia, l’ordinanza svizzera ha un limite: quello di non considerare l’ipotesi di diretto contatto degli inchiostri con l’alimento. Non vi sono riferimenti nemmeno allo scenario, spesso presente nel settore dell’utilizzo degli inchiostri, in cui sia presente una barriera funzionale tra stampa ed alimento. L’obiettivo della legge svizzera è, infatti, regolamentare l’interazione dell’inchiostro di stampa con la superficie esterna del packaging, si tratta quindi sempre di un contatto indiretto.
Per la formulazione degli inchiostri da stampa l’ordinanza Svizzera non impone alcun rilascio di una Dichiarazione di Conformità (DdC) per gli inchiostri da imballaggio ad uso alimentare, tuttavia dispone che l’operatore conservi idonea documentazione a supporto, in merito alla possibilità d’impiego in ambito alimentare.
Sebbene la legge sia obbligatoria solo in Svizzera, è stata implementata come norma volontaria in tutta Europa per la mancanza di un quadro armonizzato.

La nuova legge tedesca sugli inchiostri da stampa
La Germania in data 8 dicembre 2021 ha emanato un’ordinanza nazionale sui beni di consumo che disciplina gli inchiostri da stampa e le vernici a contatto diretto o indiretto con gli alimenti (Draft Printing Inks Ordinance).
La nuova legge nazionale, similmente all’ordinanza svizzera, pone l’attenzione sugli inchiostri da stampa al fine di colmare, autonomamente, il vuoto normativo UE.
Come per la Svizzera, anche la legge tedesca sugli inchiostri da imballaggio prende in considerazione una serie di sostanze chimiche che possono essere utilizzate come materiali a contatto con gli alimenti.
Fra queste sostanze troviamo monomeri, additivi, coloranti, solventi e fotoiniziatori, Inoltre il decreto tedesco proibisce l’utilizzo di nanoparticelle nella formulazione di inchiostri, a meno che non vi sia una valutazione del rischio che dichiari il prodotto sicuro come materiale a contatto con gli alimenti.
La valutazione del rischio deve basarsi come di consueto sui possibili effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione (CMR). Ove le sostanze non abbiano un dossier specifico in merito ai potenziali rischi per la salute, l’utilizzo di inchiostri da stampa ad uso indiretto con superfici alimentari, in Germania, è ammessa solo se la loro concentrazione rilevata nel cibo è inferiore a 0,01 mg / kg.
Un’altra importante differenza fra il decreto tedesco e l’ordinanza svizzera è che in Germania (che per altro è uno stato membro a tutti gli effetti) il campo di applicazione della norma è più ampio e riguarda gli inchiostri da stampa e altri materiali che hanno un contatto sia indiretto che diretto con gli alimenti e non si limita solo al confezionamento.
Ad esempio, in base a questo approccio, anche il settore dei tovaglioli da tavola, che possono (e vengono) a contatto con gli alimenti, sono interessati. Questo rappresenta una piccola rivoluzione in quanto soprattutto in questo ultimo settore la norma UE non è per niente chiara.
Infine, il nuovo decreto, prevede che la valutazione del rischio effettuata dai produttori sia valutata e approvata dall’Ufficio federale tedesco per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare (BfR), senza considerare le disposizioni bilaterali di valutazioni del rischio non nazionali.

Scenario futuro e approccio da parte delle industrie
In tutto il settore vi è molta preoccupazione in quanto in mancanza di una legislazione chiara e armonizzata fra gli stati membri, è plausibile che la legge tedesca sugli inchiostri da stampa non si limiti ad essere applicata verticalmente in Germania ma probabilmente, come lo è stato per l’ordinanza Svizzera, diverrà un altro standard paneuropeo, causando ancora di più un problema in termini regolatori e commerciali fra gli stati.
Sono già almeno 8 gli stati membri che hanno espresso preoccupazione per la nuova norma tedesca proprio per la possibile interruzione del commercio nel mercato interno dell’UE a causa dei limiti di composizione introdotti dalla norma. Non si parla solo dell’industria dei produttori, ma anche di tutta li filiera degli inchiostri da stampa e la le filiera degli imballaggi ad uso alimentare.
Anche l’Unione europea dell’inchiostro da stampa (EuPIA) ha espresso la sua preoccupazione per la mancanza di un quadro unificato fra gli stati sottolineando come sia il “Regolamento svizzero”, anche la legge tedesca sugli inchiostri da stampa sia basata solo su uno studio legato alle sostanze chimiche che possono essere utilizzate come materiali a contatto con gli alimenti e non ad esempio anche sulla presenza e funzioni di barriere funzionali fra inchiostri e alimento. Sempre da alcuni studi condotti da EuPIA, solo il 15% delle sostanze attualmente utilizzate nella formulazione di inchiostri da stampa, sono pienamente valutate in merito ad un rischio di una potenziale migrazione verso l’alimento e conseguente rischio per la salute.

A chi compete la responsabilità legale
Questo tema è sempre molto richiesto in quanto in regime di vuoto normativo o in assenza di una chiara interpretazione della norma, i rischi sono sempre elevati.
Per l’attuale quadro normativo UE applicabile agli imballaggi, il responsabile legale verso il consumatore è colui che immette il prodotto sul mercato ovvero il produttore di alimenti e non come spesso si crede, il converter o “stampatore” e meno ancora la responsabilità legale quindi è del produttore di inchiostri.
È ovvio che un produttore di alimenti potrà riavvalersi sulla filiera in caso di problematiche ma attenzione, perché per la scelta del prodotto da imballaggio andrebbe preventivamente effettuata un’analisi dei rischi preliminare.