L’etica della Caffè River

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“La torrefazione aretina. Sguardo al futuro e capitale umano al centro”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, febbraio 2022, autore Alberto Medda Costella

Caffè River di Arezzo nasce nel 1958. 63 anni di storia. Uno sguardo rivolto sempre avanti, una chiara vision, alla continua ricerca di nuove ed innovative strade. “Nel 2005 col nuovo logo, ideato da Fragile Design di Milano, parte la rivoluzione. Siamo orgogliosi del nostro passato, ma Caffè River si proietta oggi più che mai nel futuro. Siamo una realtà solida e strutturata, e ciò che ci motiva è la passione per il caffè, la propensione al cambiamento e all’evoluzione”, spiega Elisabetta Ferri, responsabile della comunicazione della torrefazione.

Innovativa è anche la modalità di approvvigionamento di caffè verde. Caffè River intrattiene contatti diretti con i coltivatori di caffè nel mondo, seguendo il principio di Closest Connection, per rendere il coltivatore orgoglioso e responsabile della qualità del proprio caffè e garantire una piena tracciabilità di esso. La mission di Caffè River è «creare valore superiore sia per il barista, facilitando il suo successo professionale, sia per il consumatore, garantendo la sua piena soddisfazione sensoriale, sia per la società, contribuendo con determinazione allo sviluppo umano ed al rispetto ambientale».

E lo sviluppo di connessioni umane è centrale per la torrefazione, tanto che per chi ha modo di navigare nel sito dell’azienda, può trovare un’area dedicata alle storie dei coltivatori di caffè, dal Brasile al Costa Rica, passando per l’Uganda. Ogni famiglia costaricana ha una pagina dedicata in cui racconta di sé, così come le fazendas brasiliane e le CFA (Associazioni di Coltivatori di Caffè) del paese africano. “Stipuliamo i contratti direttamente con i coltivatori, secondo standard etici e qualitativi elevati. Non abbiamo intermediari. Il confronto è costante: ci mandano foto e ci espongono le loro problematiche, alimentando una reciproca empatia che porta tutti a considerarci parte di una grande famiglia” riprende Ferri. Caffè River rappresenta una vetrina che mette in stretta connessione uomini e donne che producono grandi caffè in tutto il mondo.

“I coltivatori di caffè fanno con passione questo lavoro e spesso non hanno granché per vivere ed ecco quindi che è importante stabilire contratti equi. Questo modo di operare aggiunge rischi, costi e complessità al lavoro, ma anche qualità, conoscenza e splendidi rapporti umani” .
La torrefazione aretina conta tre sedi: in Italia, in Danimarca e in Romania. Una piccola azienda, che ha però una struttura da multinazionale, con distributori anche in altri paesi come Grecia, Cipro, Iran, Repubblica Ceca, anche se la produzione del caffè avviene interamente in Toscana.

Grande attenzione viene data inoltre al design e famosi esperti del settore lavorano per Caffè River, per fornire al barista qualcosa di unico, come tazze e cucchiaini, oggetti esclusivi dalle linee essenziali, pensati per portare innovazione anche al bar. Tra questi troviamo lo shaker MaracaS del designer Roberto Giacomucci, che è stato tra l’altro selezionato più volte per la partecipazione al Premio Compasso d’Oro assegnato dall’ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale.

MaracaS ha avuto anche un padrino d’eccezione, il barman e consulente di fama Emilio Sabbatini, volto inconfondibile per i suoi grandi baffoni, di cui ha realizzato una guida all’utilizzo. “A proposito di design – riprende Ferri – abbiamo un progetto con l’Accademia delle Belle Arti di Perugia. Dopo aver lavorato con vari designer di livello internazionale, abbiamo voluto sviluppare in sinergia con l’Università un progetto per il coinvolgimento di giovani che faranno sicuramente parlare di loro in questo campo”.

Così come di Caffè River, aggiungiamo noi, affinché l’espresso di qualità non sia solo da gustare, ma un modo per fare tendenza rimanendo al passo coi tempi, nel rispetto del lavoro e del sacrificio che sta dietro una tazzina di caffè.