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Lettera aperta 

al Presidente del ConsiglioGiuseppe Conte
al Ministro dello Sviluppo EconomicoStefano Patuanelli
al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliTeresa Bellanova

 

Illustre Presidente, Onorevoli Ministri,

attendevamo una data ragionevole per la “ripartenza”. Interventi concreti e immediati che garantissero liquidità.
Protocolli o indicazioni su come poter riavviare il lavoro in sicurezza. Ma sono aspettative rimaste del tutto disattese dal nuovo Dpcm.

Imporre la chiusura forzata di bar e ristoranti per un ulteriore mese abbondante condanna definitivamente la categoria, già affossata dal mese e mezzo di mancati incassi responsabilmente accettato finora. E con essa pregiudica la salvezza delle filiere a essa collegate, in primis quella dei torrefattori di caffè, che rappresentiamo.

Sono circa 800 le torrefazioni italiane, la maggior parte delle quali di piccole-medie dimensioni, i cui principali canali di vendita sono l’Horeca – appunto bar, hotel, ristoranti -, e l’export. Poche, pochissime, quelle che accedono alla grande distribuzione. La serrata di bar e ristoranti fino al  1°  giugno, quindi per quasi un intero trimestre, strozzando i pubblici esercizi fa altrettanto con le piccole-medie torrefazioni. Un tessuto imprenditoriale, lo ricordiamo, che oltre allo scontato ma importante ruolo economico, mantiene viva una tradizione italiana, quella dell’espresso, il cui valore culturale è candidato a esser riconosciuto bene immateriale dell’Unesco, progetto attivato fin dal 2014 e che nel marzo di quest’anno ha presentato la domanda di iscrizione nell’inventario nazionale del patrimonio agroalimentare del MIPAAFT.

Il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè e il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale si uniscono all’accorato appello della FIPE che rivendica una nuova e più prossima data di riapertura dei pubblici esercizi, l’11 o il 18 maggio, e misure immediate e a fondo perduto che garantiscano liquidità.

Concretezza e non palliativi, come lo spiraglio delle consegne a domicilio o del take away che poco possono incidere su bilanci già gravemente compromessi. E chiarezza, per sgomberare il campo dalle ipotesi contradditorie e insostenibili che stanno circolando da giorni a proposito delle potenziali misure anti contagio che dovrebbero venir adottate dai pubblici esercizi. Una su tutte: il numero di persone che possono entrare in un locale contemporaneamente. Se un autobus da 40 mq ne potrà trasportare 16, per coerenza dovrebbe poter fare altrettanto un locale di pari metratura. 

 

Firmato:

Giorgio Caballini di Sassoferrato
Presidente del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale

 

 

 

 

Alessandro Bianchin
Presidente Gruppo Italiano Torrefattori Caffè

Giorgio Caballini di Sassoferrato e Alessandro Bianchin