MEMBRO ICO codice n. 27 Gruppo “altri dolci”
SPECIE BOTANICHE Arabica lavati
SACCHI da 60 kg in juta (tara 0,5 kg)
RACCOLTO PRINCIPALE da aprile a settembre
ESPORTAZIONE a partire da agosto
PORTI DI IMBARCO Durban (Sud Africa)
PRODUZIONE ANNUA* 2017/2018: 20.000 sacchi * (fonte ICO, anno raccolto da ottobre a settembre)
Capitale: LILONGWE
Lingua parlata: inglese
Area totale: 118.480 km²
Moneta: Kwacha malawiano (MWK)
PIL: Totale 4,174 milioni di $ Pro capite $ 251
Paesi confinanti: a sud e ad est con il Mozambico, a nord con la Tanzania e ad ovest con lo Zambia
La storia del Malawi come paese produttore ebbe inizio nel 1891, quando le prime piante di caffè vennero introdotte dai coloni inglesi.
Intorno al 1930 alcuni missionari portarono dei semi nel nord del Paese dove i piccoli produttori li compravano e rivendevano il caffè in pergamino agli stessi missionari.
Negli anni ’50, grazie al supporto del governo britannico che cominciò a fornire piante ai piccoli coltivatori, vennero istituite le prime cooperative. Così nel 1957 venne creata la Misuku Coffee Growers Cooperative Society che esportava il caffè attraverso Moshi in Tanzania.
Con l’indipendenza del 1964 le cooperative sparirono e lasciarono posto all’ADMARC (Agricultural Development Marketing Corporation), che però tratteneva per sé gran parte dei profitti a scapito dei piccoli coltivatori. Per questo motivo nel 1971 il Ministero dell’Agricoltura istituì la Smallholder Coffee Authority (SCA), il cui compito era fornire servizi e prestiti ai piccoli proprietari del Malawi settentrionale.
La SCA non raggiunse però gli obiettivi sperati a causa di numerosi conflitti interni e una gestione poco oculata delle risorse e gli agricoltori poterono ricevere solo il 20% del ricavato delle loro vendite, mentre il restante 80% serviva a coprire le spese dell’Authority.
Nel 1999 dopo aver accumulato una cifra pari a $ 100.000 di debiti, la SCA venne privatizzata e trasformata nello Smallholder Coffee Farmers Trust (SCFT). Questa operò a sostegno dei piccoli coltivatori attraverso programmi di sviluppo della produzione caffeicola e la diversificazione delle colture e doveva traghettarli verso un nuovo sistema di cooperative.
Il momento di maggior sviluppo si ebbe grazie all’introduzione della qualità ibrida Catimor, molto resistente e di ottima resa in pochissimo tempo. Nel 2007, dopo una consultazione tra coltivatori, l’SCFT venne trasformato nel Mzuzu Coffee Planters Cooperative Union (MZCPCU), sistema in cui furono assorbite le principali cooperative dalle diverse zone produttrici e dove per la prima volta i coltivatori ebbero la possibilità di avere delle quote proprie.
Oggi la produzione del Malawi è in larga parte costituita da grandi appezzamenti di terra coltivati intensivamente e solo il 20% del totale proviene da piccoli produttori.
Oltre al Catimor, gli altri cultivar che vengono coltivati in Malawi sono il Gesha, SL28, Agaro e Bourbon.
Nel corso degli ultimi anni i produttori sono stati incoraggiati a coltivare le qualità più pregiate del Gesha e SL28 da cui possono ricavare premi più consistenti.
MZUZU PAMWAMBA AA
LAVORAZIONE: lavato
ZONA DI PRODUZIONE: Namadzi, Mzuzu
VARIETÈ BOTANICA: Catimor, SL28
ALTITUDINE: 1100 – 1200 m
UMIDITÀ: deve essere inferiore al 12%
CRIVELLO: 18
COLORE: verde brillante
PROFILO IN TAZZA:
All’olfatto emergono note floreali molto accese. In bocca colpisce immediatamente per l’acidità fresca che ricorda la frutta rossa. Il finale è leggero e fa riemergere sentori floreali.
GUSTO: dolce e fruttato: lime, susino, arancia, ananas.
CORPO: leggero.
ACIDITÀ: alta, principalmente citrica.
RETROGUSTO: balsamico, asciutto e pulito.
Rubrica a cura di
Alberto Polojac