Monografie “MESSICO”

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MEMBRO ICO codice n. 16 Gruppo “altri dolci”
SPECIE BOTANICHE principalmente Arabica lavati
SACCHI da 69 kg in juta o sisal (tara 1 kg)
ESPORTAZIONE da dicembre a settembre
PORTO DI IMBARCO Veracruz e Laredo
PRODUZIONE ANNUA 2016: 3.600*
* (x 1000 sacchi, fonte ICO, anno raccolto da ottobre a settembre)

 

 

Capitale: MEXICO CITY
Lingue parlate: spagnolo e altre lingue native
Area totale: 1.972.000 km²
Moneta: Peso messicano
PIL: Totale 1,700 miliardi di $ Pro capite $ 10,500
Paesi confinanti: Stati Uniti a Nord; Belize e Guatemala a Sud


All’inizio del XVIII secolo il caffè proveniente da Cuba e dalla Repubblica Dominicana giunge sulle coste del Messico, ma è solo verso il 1790 che ha inizio la coltivazione a livello commerciale, grazie soprattutto agli immigrati tedeschi e italiani provenienti dal Guatemala e dal Centro America.

Le prime piantagioni di cui abbiamo notizie sono nella regione di Veracruz sul versante Atlantico. Successivamente le piante di coffea Arabica trovano condizioni ideali nella parte più meridionale del paese, nelle regioni di Oaxaca, Puebla e in particolare nel Chiapas, al confine col Guatemala. La ricca produzione mineraria, in particolare oro e argento, e un’incessante instabilità politica nel periodo successivo all’indipendenza dalla Spagna, rallentò comunque molto lo sviluppo del settore agricolo del Paese.
Fu solo con le riforme agrarie a seguito della Rivoluzione Messicana e con la Ley Des Obreros del 1914 che molti piccoli produttori furono incoraggiati ad investire seriamente nel settore caffeicolo. Nel 1973 venne istituito l’INMECAFE (l’Istituto Nazionale Messicano del Caffè) per sostenere i piccoli produttori fornendo assistenza tecnica, maggior facilità di accesso al credito e sostegno dal punto di vista logistico.

Gli anni che seguirono rappresentarono il boom dal punto di vista produttivo e in alcune aree ci fu un incremento addirittura del 900%. Tuttavia a partire dagli anni ’80 il governo messicano fu gravemente colpito da una crisi economica, causata principalmente dal crollo del prezzo del petrolio, il prodotto principale esportato dal Paese, e da un forte indebitamento estero che colpì tutta l’America Latina in quel periodo. I coltivatori persero così ogni tipo di supporto e anche l’INMECAFE collassò definitivamente nel 1989.
Gli effetti furono devastanti per gli operatori del settore caffeicolo, aggravati anche dal crollo dei prezzi di quegli anni causati dal fiume di caffè a poco prezzo proveniente dal Brasile. Fu grazie alla creazione di cooperative come CEPCO e UCIRI che fu possibile colmare il vuoto lasciato dall’INMECAFE e far sopravvivere piccoli coltivatori che altrimenti sarebbero rimasti vittime di sciacalli senza scrupoli.

 

Fu proprio grazie allo sviluppo delle cooperative che fu possibile conoscere ed estendere la produzione ai caffè organici certificati, settore in cui oggi il Messico è tra i leader mondiali.
Il Messico di oggi è l’ottavo produttore a livello mondiale. Il 92% della produzione totale è affidata a piccoli coltivatori, la cui estensioni di terreno coltivato non supera i 5 ettari. Le specie botaniche più diffuse sono la Garnica, un ibrido tra Mundo Novo e Caturra, la Pluma Hidalgo (una varietà di Typica) il Bourbon (esportata da qui all’isola di Bourbon, l’attuale Reunion, da cui ha preso il nome) e il Maragogype.

 

 

MEXICO ALTURA SHG EP

LAVORAZIONE lavato.
ZONA DI PRODUZIONE Oaxaca
ALTITUDINE 1700 m
CRIVELLO non crivellato ma omogeneo, in gran parte 17
COLORE azzurro verdastro
CONTENUTO MEDIO DI CAFFEINA 1,4%
TOSTATURA una tostatura media (City roast) ne enfatizzerà l’aromaticità e le note fruttate
TAZZA acidità fine e gradevole, corposità medio-alta. Retrogusto cioccolatoso e persistente. Molto equilibrata.
MISCELA. Qualità perfetta per le miscele espresso, da usare anche in alta percentuale (30%) visto il suo equilibrio e il bilanciamento.

 

 

Rubrica a cura di
Alberto Polojac