“Intervista a Chiara De Nipoti”
• ORO CAFFÈ • NOTIZIARIO TORREFATTORI, dicembre 2019, autore Alberto Medda Costella •
È il 1987 quando Chiara De Nipoti e Stefano Toppano rilevano una piccolissima torrefazione e degustazione in provincia di Udine per trasformarla in quella che è oggi la ORO Caffè, con sede a Tavagnacco: mentre Stefano inizia a tostare, grazie agli insegnamenti del vecchio maestro torrefattore Alceo occupandosi anche della parte commerciale, Chiara svolge le attività amministrative e mette in campo le sue abilità di degustatrice. Così l’azienda comincia ad operare nel settore Ho.Re.Ca. Abbiamo rivolto alcune domande alla stessa De Nipoti, per conoscere questa torrefazione.
Cos’è oggi la ORO Caffè e come è cresciuta nel tempo?
“È una realtà che conta 50 dipendenti ed una capacità produttiva di 6.000 kg di caffè tostati al giorno. Nel corso della nostra storia siamo passati dalla prima tostatrice da 30 kg, fino ad arrivare a quella attuale da 240 kg, cambiando 5 impianti in totale, per soddisfare la nostra richiesta crescente di produzione e la ricerca di modelli sempre più performanti. Migliorando la ricetta originale, negli anni abbiamo perfezionato blend di grande eleganza, raffinatezza e di alto livello qualitativo, grazie anche all’utilizzo di impianti di torrefazione tecnologicamente avanzati e automatizzati in un nuovo stabilimento di oltre 2.400 mq, inaugurato nel 2009”.
Quali progetti state portando avanti?
“Primo tra tutti un importante sviluppo estero. È recentissima la nuova apertura di una filiale in Germania, la ORO CAFFÈ GMBH, che ci consentirà di presidiare meglio un mercato tra i più importanti per noi in Europa e che ci accompagna dai nostri primi passi mossi oltre 30 anni fa. Inoltre abbiamo appena rinnovato il nostro sito per la vendita on line shop.orocaffe.com. Senza dimenticare che è sempre stata forte la nostra attenzione alle politiche green e numerose sono le iniziative per rendere la nostra produzione e gli impianti sempre più sostenibili. ORO Caffè, per esempio, è munita di un grande impianto fotovoltaico che governa tutti gli impianti elettrici aziendali e le macchine della produzione, permettendo di re-immettere in rete quasi 100 kw di esubero ogni giorno”.
Come è stato gestito il passaggio generazionale?
“È stato tutto molto graduale e naturale. Elisa e Ketty, le nostre figlie, si sono avvicinate a completamento dei loro studi alla nostra azienda, respirando fin da bambine la grande passione e dedizione sviluppata da noi genitori negli anni. Oggi Elisa ricopre il ruolo di Marketing Manager e Ketty è Direttrice Operativa dell’azienda. In passato il settore del caffè è stato tradizionalmente un mondo maschile: ricordo che ai nostri inizi, e per lunghi anni, sono stata in Italia una delle pochissime donne torrefattrici”.
Che tipo di rapporti avete con i vostri dipendenti?
“Organizziamo periodicamente attività di aggiornamento e formazione specifica, ognuno per il proprio settore, ed è cruciale il coinvolgimento diretto di ogni singolo dipendente. Mi lasci ricordare che alla nostra festa dei 30 anni nel 2007 abbiamo voluto la presenza di tutti e 50 i nostri dipendenti sul palco, chiamandoli uno per uno per poterli ringraziare ufficialmente della passione che ogni giorno ci regalano sul posto di lavoro. Sono loro la vera forza di ORO Caffè”.
Quali sono i vostri mercati di riferimento?
“Oggi il Friuli-Venezia Giulia rappresenta ancora la nostra principale area di presenza in Italia, con una copertura soddisfacente nel mondo Ho.Re.Ca in tutte e quattro le province. A ruota segue anche il Triveneto come voce importante del mercato Italia. In Europa certamente la Germania, l’Austria e tutti i Balcani. Mentre a livello mondo, l’Arabia Saudita ed il Canada prendono la quota principale dell’estero. Abbiamo aperto a Toronto la nostra prima filiale nel 2014, diretta tuttora dalla nostra secondogenita Ketty”.
Può parlarci del progetto Beyond Fair Trade?
“È un progetto equosolidale a cui l’azienda ha preso parte nel 2014, contribuendo a realizzare il sogno di un piccolo popolo, gli Akha, che vive in un villaggio di montagna chiamato Doi Chaang, a nord della Thailandia. Sono passati dalla coltivazione dell’oppio a quella del caffè, grazie ad una convenzione del governo locale. A causa della povertà delle risorse, i piccoli produttori locali inizialmente furono costretti dal bisogno di vendere i chicchi a prezzi irrisori a commercianti di pochi scrupoli. Fino a quando non si misero in contatto con l’imprenditore canadese Jhon Darch, il quale fornì loro tutto il necessario per creare la base di un’azienda di successo. Gli Akha oggi coltivano terre delle quali sono proprietari e il loro caffè viene pagato a un prezzo superiore a quello stabilito da Fair Trade.
Nel 2016 avete aperto la catena ADORO Cafè. Che tipo di servizio fornite?
“ADORO Cafè è una catena di caffetterie di proprietà di ORO Caffè e ad oggi se ne contano 6 in totale. Gli ADORO Cafè sono luoghi dove il piacere della degustazione incontra quello della scoperta, dove si offre la possibilità di conoscere diverse miscele o caffè monorigine ed apprezzarne tutte le caratteristiche attraverso diversi metodi di estrazione”.