“Dalla campagna “zero zucchero” alla Sugar Tax”
• NOTIZIARIO TORREFATTORI, agosto 2018, autore Susanna de Mottoni •
Tempi duri per lo zucchero. Sarà pure una coincidenza, fatto sta che in queste ultime settimane una serie di iniziative che lo riguardano si sono accavallate. Non contro il prodotto in sé, sia ben chiaro. Ma contro il suo consumo poco consapevole o troppo disinvolto, o ancora contro gli sprechi che lo interessano direttamente.
Si fa leva, prevalentemente, su principi di natura salutistica. Ma anche fattori di tipo ecologico e di sostenibilità aziendale entrano in gioco.
C’è l’iniziativa dell’associazione di categoria dei fabbricanti di distributori automatici. C’è quella della FIPE. E poi la campagna lanciata da una testata settoriale combattiva. Non da ultimo, provvedimenti normativi: ovvero la Sugar Tax, per ora, pane per i denti solo dei cittadini d’oltralpe.
A monte di molti di questi provvedimenti si ritrova una raccomandazione dell’OMS, lanciata ormai tre anni fa. Nel marzo 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato le proprie linee guida sul consumo dello zucchero, raccomandando una riduzione dell’assunzione giornaliera ad una quantità inferiore al 10% della quantità totale di energia che assumiamo attraverso i cibi durante la giornata.
Zero zucchero. Nella distribuzione automatica
Tutti i distributori automatici saranno configurati come standard “senza zuccheri aggiunti”. Ovvero non si dovrà più intervenire sul distributore per selezionare la propria bevanda con “0 zucchero”. Si dovrà intervenire solo se lo si vuole aggiungere. Questa in sintesi la decisione dell’associazione europea dei fabbricanti di distributori automatici (EVMMA) – gruppo presente all’interno dell’EVA (European Vending Association). Una linea adottata per dimostrare il proprio impegno nel proporre un’offerta più salutare.
#usalazuccheriera. L’invito FIPE
In questo caso il nodo della questione sono gli sprechi. Sprechi di zucchero, sprechi di carta, sprechi che fan perdere denaro. La FIPE ha lanciato una campagna (di cui si rende più ampiamente conto nell’intervista al consigliere nazionale Maurizio Tasca, qui a fianco) per invitare i pubblici esercenti a rimettere sul tavolo la zuccheriera. Fermo restando che la Direttiva Europea del 2001 che aveva imposto la somministrazione dello zucchero esclusivamente in pre-imballati, era stata derogata dall’allora Ministero delle Attività Produttive, proprio su iniziativa FIPE.
Attenzione allo zucchero “nascosto”
Il Fatto Alimentare è una testata giornalistica online che promuove, fra l’altro, un’informazione alimentare di tipo salutistico. Ha avuto ruolo nella campagna contro l’olio di palma che ha visto scomparire questo ingrediente da un’infinità di prodotti offerti sugli scaffali dei nostri supermercati.
Da qualche settimana ha annunciato di voler occuparsi di zucchero. E ha iniziato a farlo evidenziando le percentuali considerevoli che bibite e prodotti alimentari spesso contengono.
La Sugar Tax
Ad aprire la strada è stata la Francia, ormai un paio di anni fa. L’ha seguita, ad aprile 2018, l’UK con la Sugar Tax. Una tassa sullo zucchero. Un provvedimento normativo, indirizzato prevalentemente ai produttori di soft drinks che vengono tassati in base alla percentuale di zucchero contenuto nei loro prodotti. Un provvedimento di natura salutistica che ha costretto molte aziende a giocare d’anticipo e adeguarsi alle nuove soglie raccomandate, prima della sua entrata in vigore.