Cambiamento climatico e sicurezza alimentare

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“Quale impatto può avere il cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare globale”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, ottobre 2021, autore Marco Valerio Francone • 

Questa domanda è sempre più ricorrente nel settore della sicurezza alimentare e soprattutto pone molti quesiti a chi, come noi, investe professionalmente nella gestione e nello studio dei sistemi per la sicurezza alimentare a livello globale, nonché nelle attività di verifica e audit.
Negli ultimi anni abbiamo ormai capito che gli effetti a lungo termine sulla temperatura, umidità, precipitazioni, la frequenza di eventi meteorologici estremi hanno influenzato le pratiche agricole, la produzione agricola e la qualità nutrizionale delle colture alimentari. Ma questo scenario sta cambiando anche una serie di fattori che non vediamo in modo così diretto e che in linea di azione possono avere impatti ben più gravi sulla nostra salute.

Il cambiamento a livello microbiologico
Nel mio percorso di studi universitario in Scienze biologiche molecolari ho appreso quanto un microrganismo sia sensibile ai cambiamenti, nel bene e nel male. Studiavo il modo, attraverso la ricombinazione genetica, di migliorare alcune caratteristiche ma al contempo osservavo che “la natura” poteva altresì apportare modifiche migliorative che spesso erano migliori dei nostri tentativi.
Il tutto apparentemente in modo molto semplice!
La sensibilità dei microrganismi, anche quelli potenzialmente produttori di tossine, e di altri parassiti ai fattori ambientali ha infatti una correlazione molto stretta con il cambiamento climatico il quale può incidere accelerando i principi di evoluzione dei microrganismi e, indirettamente quindi, può essere la causa dell’insorgenza e dell’intensità di alcune malattie di origine alimentare.
Un altro fattore di correlazione fra il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare globale è il possibile insediamento di specie invasive, dannose per la salute delle piante e degli animali, in aree geografiche che prima ne erano prive, causando danni anche di vaste proporzioni sull’alimentazione. Un esempio è il riscaldamento delle acque superficiali di mare che ha portato in talune zone ad un aumento dell’apporto di nutrienti nelle stesse con conseguente crescita di alghe produttrici di tossine.
Questo fattore ha causato epidemie da contaminazione nei frutti di mare, con un danno anche alle attività della pesca e indirettamente alla popolazione.

Alcuni casi di cambiamento climatico e sicurezza alimentare
2011 L’EFSA riunisce alcuni esperti sul tema “interazioni dei parassiti delle piante e il cambiamento globale” al fine di valutare i rischi emergenti per la salute delle piante che stanno insorgendo, causa deficit nell’alimentazione delle popolazioni in talune aree geografiche mondiali.

2012 L’EFSA, al fine di prevedere la produzione e la diffusione delle aflatossine nel mais, nel frumento e nel riso in diversi scenari di cambiamento climatico, sostiene lo sviluppo di uno strumento specifico per l’analisi.

2013 L’EFSA valuta i rischi posti dai virus trasmessi alle piante dalla mosca bianca foglia d’argento, nelle condizioni attuali e in uno scenario di cambiamento climatico di +2°C.

2014 Alcuni studi dimostrano che la diffusione delle lumache delle mele nelle zone umide dell’Europa meridionale sia direttamente correlato al cambiamento climatico in quella specifica area.

2016 Focolai di intossicazione alimentare da ciguatossina in Spagna e Portogallo portano alla convocazione di un tavolo tecnico di scienziati europei al fine di trovare una soluzione.
Anche in questo caso la correlazione fra cambiamento delle condizioni climatiche (alghe produttrici di tossine, a loro volte utilizzate come alimento dal pesce, poi pescato e venduto come alimento) e sicurezza alimentare è stata considerata un elemento sensibile.

2017 L’EFSA presenta un video sulle micotossine e il cambiamento climatico, lanciando un progetto sulle miscele di micotossine negli alimenti e nei mangimi, compreso lo studio dell’influenza del cambiamento climatico sulla produzione di micotossine.

2018 L’EFSA sostiene l’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro e l’Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante nell’organizzazione di una conferenza su “L’impatto del cambiamento globale sull’emergere di malattie e parassiti delle piante in Europa”.

Il progetto CLEFSA
EFSA attraverso un lavoro congiunto fra ricercatori, scienziati, esperti delle organizzazioni e istituzioni mondiali e coordinatori di importanti progetti internazionali, ricercatori di tutto il mondo, ha avviato nel 2018 un importante progetto denominato CLEFSA (“Climate change as a driver of emergenti risk for food and feed safety, plant, animal health and nutritive quality”) che ha lo scopo di realizzare specifiche “schede di valutazione” che illustrino i possibili effetti che il cambiamento climatico potrebbe avere su una vasta gamma di questioni relative alla sicurezza alimentare.
I risultati del progetto CLEFSA sono descritti in un consistente rapporto scientifico denominato “Il cambiamento climatico come motore dei rischi emergenti per la sicurezza di alimenti e mangimi, la salute delle piante, degli animali e la qualità nutrizionale”.
Questo documento, che si compone di 146 pagine, mette in luce la correlazione fra diversi fattori ambientali in mutamento e le possibili interazioni con la nascita di situazioni che in qualche modo possono causare un impatto non trascurabile sulla sicurezza di alimenti e mangimi, sulla salute delle piante, degli animali e sulla qualità nutrizionale.
Stabilisce, inoltre, che il cambiamento climatico è uno dei tanti fattori (altri includono la globalizzazione del commercio, la crescita del turismo) che contribuiscono alla diffusione e mutazione di molti microrganismi, fra i quali anche quelli che inducono patologie sia a breve che a lungo termine nell’uomo, negli animali, nelle piante.

Un nuovo approccio nell’analisi dei rischi
Negli ultimi anni, la valutazione e redazione di una corretta analisi dei rischi ha assunto un’importanza che definirei “fondamentale” nei moderni schemi di sicurezza alimentare. In primo luogo perché si tratta di un documento “vivo” che permette all’azienda di prendere decisioni che spesso ne determinano marginalità operative, approccio di lavoro di tipo (realmente) preventivo e di conseguenza anche un certo grado di immagine aziendale.
Ma va considerato anche che realizzare un’analisi dei rischi che prenda in esame un possibile scenario in veloce cambiamento, come lo è quello dell’impatto climatico, può essere un fattore determinante anche come vantaggio competitivo sul mercato. Come? Io sono auditor qualificato di terza parte per la sicurezza alimentare e per il packaging alimentare, davanti ad un protocollo di analisi dei rischi ben realizzato con un taglio fortemente preventivo (cioè considera davvero una serie di fattori in possibile divenire) posso solo dare una valutazione molto positiva.
Questa situazione porterà (in linea generale):

  • ad una valutazione elevata del grado di certificazione;
  • ad una descrizione molto positiva nel rapporto di auditor – sezione analisi dei rischi; 
  • un potenziale esempio da citare in eventuali e successivi corsi di formazione.

Mentre l’ultima ha un valore “contingentato” i primi due vantaggi sono direttamente legati anche alla sfera commerciale.
Infine, e non da meno, va considerato che un’analisi dei rischi ben realizzata pone l’azienda in una posizione di decisione attiva e non passiva.
Cosa significa? Significa budgettizzare e razionalizzare i costi verso una chiara finalità, operare scelte ponderate nella selezione dei fornitori, razionalizzare le risorse interne.