La professionalità che si cela in un tovagliolo da bar

0
1240

“Nuove sfide per la cartiera, tra lockdown e ricerca di materiali e
imballaggi sempre più di qualità e biodegradabili”

• Intervista a CARTOTECNICA AMMAZZINI • NOTIZIARIO TORREFATTORI, luglio 2021, autore Alberto Medda Costella • 

“I nonni paterni, originari della Lucchesia, lavoravano entrambi in una cartiera e nel 1955 furono trasferiti, con tutta la famiglia, a Candeli, nei pressi di Firenze, dove l’azienda per cui lavoravano aveva un distaccamento” spiega Silvia Ammazzini, titolare insieme alla sorella Simona dell’omonima ditta toscana, convenzionata col Gruppo da oltre 15 anni.

Il padre Enio dopo aver lavorato in questa cartiera, avviò nel 1964 una piccola attività per la produzione di sacchetti di carta.
Negli anni ’70 del secolo scorso ci fu la necessità di ampliare i locali e fu costruito un primo laboratorio a Rosano, dove ha oggi sede l’azienda. “In seguito l’attività si sviluppò ulteriormente – riprende Silvia – e fu ingrandito lo stabilimento. Il nonno lasciò il lavoro in cartiera e si dedicò a tempo pieno all’azienda di famiglia. Entrarono così a farne parte anche la nonna e la mamma. Negli anni ’80 la fabbricazione dei sacchetti cominciò a essere affiancata da un’esigua produzione di tovaglioli da bar”.

Questa fu la scelta che portò alla svolta per la Ammazzini. Nel 1986 i nonni si ritirarono, ed Enio, considerando che nel ramo dei sacchetti la concorrenza era agguerritissima, decise di abbandonare questo settore, per dedicarsi esclusivamente al tovagliolo.
“I nostri clienti sono rappresentati prevalentemente dalle torrefazioni, ma abbiamo anche grossisti, che riforniscono carta alimentare da banco, vassoi o le strisce per i dolci. Abbiamo richieste soprattutto dal centro-nord Italia”.

Per la Cartotecnica Ammazzini lavorare coi torrefattori, e di conseguenza nel settore Ho.Re.Ca, quest’ultimo anno e mezzo non è stato semplice. Ha sofferto come tante altre aziende del gruppo le conseguenze del lockdown.
“Generalmente il nostro prodotto è posizionato sul banco e, col fatto che le consumazioni in questo senso erano vietate, si capisce quanto questa situazione abbia inciso sulle vendite. Con il take away il tovagliolo da bar in queste circostanze ha perso la sua prevalente utilità. Nonostante le riaperture molti esercenti non lo tengono più sul banco e viene dato soltanto con il pezzo del dolce o del salato. Purtroppo viene escluso a priori, perché temono che possa essere contaminato dalle persone, quando invece è creato e pensato in modo tale che possa essere toccato soltanto dalla persona che lo deve utilizzare”.

Durante la chiusura da alcuni clienti è stato richiesto alla Ammazzini di confezionare singolarmente il tovagliolo uno a uno, tenendo presente che utilizzando questo accorgimento verrebbe a crearsi il problema dello smaltimento della plastica, a fronte di un unico tovagliolo contenuto nella confezione.
“È improponibile. L’anno scorso da marzo a giugno non abbiamo lavorato. Dopo è arrivato un inverno veramente duro. Speriamo che piano piano si riparta, considerato che il più del nostro lavoro è d’estate. Si spera di ripartire il più veloce possibile”.

A ogni modo Silvia e Simona non si sono certamente fermate e recentemente hanno anche inserito un nuovo articolo.
Non più soltanto il tovagliolo in carta bianca (17×17 per gelaterie, pasticcerie e torrefazioni caffè), ma anche in carta Havana, tutti realizzati in velino di pura cellulosa, idonei al contatto alimentare con stampa fino a due colori.
Ora stanno lavorando per dotarsi di un imballaggio che sostituisca la plastica con un materiale biodegradabile, tenendo presente che tutto il resto può già essere smaltito in modo naturale.
“I nostri prodotti sono certificati MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti). Utilizziamo carta in pura cellulosa. Cerchiamo di offrire ai clienti una certa qualità e di avere cura del prodotto che offriamo. Può sembrare superfluo tutto questo, ma se sono fatti bene e rispettano determinati standard credo vengano apprezzati di più”. L’uso delle materie prime di pregio permettono di realizzare un prodotto di alta qualità.

Le confezioni sono da 2.000, 5.000 e 10.000 pezzi, suddivise in pacchetti da 250 pezzi ciascuno, racchiusi in polietilene saldato su tutti e quattro i lati per garantire la massima igiene. Insomma, le garanzie date dalla Cartotecnica Ammazzini sono più che certificate. Non ci resta che ripartire tutti insieme, nella piena fiducia dell’altro.