“Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare. I focus dei futuri interventi”
• NOTIZIARIO TORREFATTORI, novembre 2022, autore Marco Valerio Francone •
Se parliamo di sicurezza alimentare solitamente facciamo riferimento ai piani HACCP, certificazioni volontarie come BRCGS FS, ma non sempre consideriamo un aspetto importante che è quello della programmazione del CNSA (Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare).
Cos’è il CNSA
Il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA) nasce a seguito dell’emanazione da parte della UE del Regolamento CE 178/2002. Fra i suoi compiti, oltre quello di supportare le amministrazioni pubbliche operanti nella sicurezza alimentare, vi è anche quello di valutare costantemente i rischi per la sicurezza alimentare e porre in essere un’indicazione di quali sono i potenziali rischi verso cui gli organi di controllo ufficiale debbano vigilare. Periodicamente, e di solito a carattere triennale, il CNSA emana una valutazione aggiornata ai fini di questa programmazione di controlli ufficiali.
Approccio alla valutazione del rischio
La valutazione del rischio per la sicurezza alimentare è un processo molto importante e che richiede grande competenza, nonché una completa raccolta di fonti, costantemente aggiornata e soprattutto disponibile in modo chiaro e comprensibile.
Una volta conosciute le fonti, una corretta valutazione del rischio si esegue in una sequenza di 3 macro fasi:
- la valutazione del rischio;
- la gestione del rischio;
- la comunicazione del rischio.
Questo principio di lavoro lo ritroviamo anche negli schemi privati come BRCGS, IFS e FSSC22000, proprio quegli schemi approvati dal GFSI a livello mondiale.
Anche il CNSA approccia questo metodo e lo possiamo osservare già dalla sua struttura, ovvero:
- Una sessione dedicata alla valutazione per la sicurezza alimentare (valutazione gestione).
- Una sessione dedicata alla consultazione delle associazioni dei consumatori e dei produttori in materia di sicurezza alimentare (Gestione e comunicazione).
Il programma di interventi del CNSA nel triennio 2022-2024
Sicuramente il Covid-19 e l’attuale situazione geopolitica molto focalizzata sul tema energetico hanno spostato l’attenzione dei consumatori dal concetto di alimenti sicuri, ma è giusto e doveroso informare che i controlli da parte degli organi di vigilanza sulla sicurezza alimentare non si sono fermati.
Questo vuole rappresentare anche un monito per le aziende OSA che non devono abbassare l’attenzione e la formazione del proprio personale in materie di sicurezza dei processi e dei processi, approccio alla cultura della qualità e consapevolezza del rischio.
In questo senso, nella valutazione interna dell’analisi dei pericoli e della gestione dei rischi a carico degli OSA, è utile considerare il nuovo programma di intervento del CNSA per il triennio 2022-2024. Il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare ha, infatti, proposto i seguenti nuovi temi:
• Impiego di antiossidanti nei prodotti della pesca: in particolare l’acido ascorbico, per il quale la Commissione Europea ha ritenuto necessario procedere ad uno studio di impatto per valori di utilizzo superiori a 300 mg/kg (limite stabilito nel 2018) soprattutto per il tonno.
• Mercurio e metilmercurio nel pesce, nei crostacei e nei molluschi bivalvi: per i quali la Commissione Europea valuterà di stabilire dei limiti massimi per specie di pesci per ove non siano già stati stabiliti.
• Micro e nanoplastiche: il CNSA ha stabilito di voler affrontare l’argomento in relazione alle possibili conseguenze sui prodotti alimentari.
• Miscele di micotossine: già nel triennio 2019-2021 il CNSA aveva affrontato il tema della valutazione del rischio tossicologico e di esposizione di miscele di micotossine che ha portato ad un’analisi dei dati disponibili in merito al rischio tossicologico di miscele di micotossine, evidenziando come non si possano escludere effetti sommatori in presenza di più micotossine.
Questo argomento è stato ripresentato anche per il prossimo triennio.
• Nuovi pericoli per il consumatore derivanti dall’utilizzo di rifiuti e sottoprodotti in qualità di materia prima seconda: questo argomento deriva dalla forte spinta all’economia circolare e ha lo scopo di identificare quali possibili pericoli possano derivare dall’utilizzo di fertilizzanti o altri composti che poi possono arrivare direttamente sulla tavola dei consumatori
• Plastificanti (Ftalati e Bisfenolo A): il CNSA ha promosso un’attività di raccolta dati con lo scopo di valutarne il rischio, e contribuire all’attività e agli studi di EFSA.
• Reazioni allergiche per consumo di prodotti dell’alveare: l’argomento allergeni alimentari è un elemento ricorrente negli analisi dei rischi a causa della sua gravità intrinseca, oggi l’attenzione si sposta anche verso quei prodotti come propoli e pappa reale (i così detto prodotti dell’alveare) a fronte di alcuni casi sia in Francia che in Italia di reazioni allergiche anche gravi salmonellosi e relative fonti alimentari.
• Sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli alimenti: queste sostanze sono sempre maggiormente presenti nell’ambiente e quindi potenzialmente negli alimenti.
• Valutazione del rischio microbiologico associato ai prodotti ortofrutticoli: anche in questo caso, la presenza di scarse pratiche igieniche soprattutto a livello di produzione primaria (pratiche agricole in questo caso) sono alla base dell’elevato rischio di tipo microbiologico (fonte Commissione UE – 2021). Una delle cause è sicuramente la scarsa opera di formazione del personale per il quale sono necessari nuovi metodi e percorsi specifici.