“Patrizia Gianfrè racconta la storica torrefazione”
• EXCELSIOR CAFFÈ • NOTIZIARIO TORREFATTORI, febbraio 2020, autore Alberto Medda Costella •
La storia della Excelsior ha inizio il 13 dicembre del 1954 a Trieste, punto logistico di primaria importanza nell’Europa contemporanea e porto tra i maggiori nel Mediterraneo per lo smercio del caffè.
“La torrefazione è stata aperta quando è nato mio fratello Roberto. Nello stesso giorno è stato tostato anche il primo chilo di caffè. Fino a quel momento la ditta di famiglia aveva venduto solo caffè verde”, racconta Patrizia Gianfrè, figlia del fondatore Armando.
Ai primi del ’900 del secolo scorso Luigi, nonno di Patrizia, insieme al fratello Umberto, aveva aperto nella cittadina giuliana, e gestito con enorme successo, una ditta in via Valdirivo, specializzata in commercio di generi alimentari e in particolare di cipolle dall’Egitto. L’attività andò avanti fino allo scoppio della prima guerra mondiale, quando il governo austro-ungarico esiliò Luigi in un centro a 50 chilometri da Vienna, dove conobbe Mizzi Roetzer, colei che sarebbe diventata sua moglie, nonché madre del fondatore dell’Excelsior Armando e di Lisetta, che fece poi le fortune di un’altra torrefazione.
Nonno Luigi morì poco dopo che, insieme al figlio Armando, aveva deciso di mettere in piedi questa nuova impresa, votata alla tostatura del caffè.
“Mio padre acquistò anche la Serrudi di Gorizia, dove io e mio fratello siamo andati a lavorare per imparare il mestiere di torrefattore” spiega Patrizia, che, insieme a Roberto, ha svolto le mansioni più umili, come spazzare i pavimenti, ma anche quelle più specifiche, legate alle fasi della lavorazione del caffè.
“Il nostro lavoro si impara rubando con gli occhi. Non si può insegnare. Possiamo spiegare come usare un computer o tenere un libro cassa. Ma i segreti di questo mestiere devi scoprirli da solo”, sostiene Patrizia.
All’epoca Gorizia era zona franca e i macchinari non davano il contributo che forniscono oggi. Tutto si faceva a mano, dalla mattina, in cui si confezionavano i sacchetti di caffè, fino al pomeriggio, in cui si preparavano le bolle di ufficio. Nei primi anni Settanta, non essendo più conveniente produrre nella città dell’Isonzo divisa da un confine, la torrefazione Serrudi viene trasferita a Trieste, insieme a quella della Excelsior.
Nel frattempo l’azienda si costruisce un nome e si radica nei palati dell’intera regione, fino a che, nel 2006, Armando decide di passare il testimone ai figli. “Mio padre non credeva nelle innovazioni. Riteneva che a fare la differenza fosse sempre la freschezza del prodotto e che la migliore promozione fosse la qualità del nostro prodotto”, dice Patrizia. “Di conseguenza non potevamo spingerci tanto oltre. Fino al 2013 la nostra clientela era prevalentemente concentrata nel Friuli Venezia Giulia”.
Nel 2014 sono state così aperte due nuovi sedi, una in Slovenia e l’altra in Croazia, mentre il nome della Excelsior si è fatto apprezzare in Germania, Austria e in paesi dell’est Europa, come Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. “Abbiamo iniziato a produrre capsule e a modernizzare i macchinari, compiendo importanti investimenti anche a livello pubblicitario. Mia figlia Federica, che rappresenta la quarta generazione, è entrata in azienda per darci una mano nel seguire questo settore”, spiega Patrizia, che non sembra preoccupata per il ricambio generazionale. Pur essendo al momento solo lei e il fratello in torrefazione (Federica ha avuto recentemente un bambino), la Excelsior, forte dei suoi 30 dipendenti, può vantare la collaborazione del triestino Omar Zidarich, direttore dell’azienda: “è capacissimo in ogni cosa. Lo consideriamo uno di famiglia ed è una macchina da guerra. Mette anima e cuore in quello che fa. Vediamo in Omar e Federica il futuro di questa torrefazione”.
Vento in poppa quindi per la Excelsior Industria Caffè Torrefatto, che ai suoi consumatori propone un caffè palpabile. “Che lascia un buon gusto al palato, né acquoso, né denso. Cerchiamo di fare una miscela che rispecchi i gusti dei triestini, seguendo la filosofia di mio padre”, conclude Patrizia.
Anche se il mercato tende ultimamente a guardare il prezzo, la Excelsior lavora con l’obiettivo di portare nelle tazzine un espresso di valore, senza l’affanno di venderlo in tutto il mondo, e propone miscele e tostature costruite sui gusti dei clienti. Non è facile accontentare tutti, salvaguardando prezzo e qualità. Oggi i cambiamenti viaggiano alla velocità della luce e tutto risulta molto più complicato, ma la strada del buon caffè non è difficile da trovare, basta solo lasciarsi trasportare dall’inconfondibile profumo.