MEMBRO ICO codice n. 11 Gruppo “altri dolci”
SPECIE BOTANICHE principalmente Arabica
SACCHI da 69 kg in juta (tara 1 kg)
RACCOLTO da ottobre ad aprile
PORTI DI IMBARCO Santo Tomas de Castilla (Atlantico), Puerto Quetzal (Pacifico)
PRODUZIONE ANNUA* 2017/2018: 3.800 * (x 1000 sacchi, fonte ICO, anno raccolto da ottobre a settembre)
Le prime piante di caffè furono portate in Guatemala dai missionari Gesuiti nel 1750, ma vennero usate solo come piante ornamentali.
La coltivazione iniziò solo un secolo più tardi, quando la principale risorsa agricola del Paese fino a quel momento, l’indaco, venne soppiantata a causa di un attacco di locuste che distrusse una buona parte del raccolto, ma soprattutto dall’introduzione dei coloranti chimici che ne resero la produzione poco conveniente.
A partire dal 1850 il governo cominciò a fornire incentivi economici e sgravi fiscali per sostenere la produzione caffeicola e l’avvento in quegli anni dei vascelli Clipper rese più facile e veloce anche l’esportazione della materia prima; fu una vera e propria rivoluzione. Nel 1859 più di 500.000 piante erano già state introdotte nelle regioni di Antigua, Coban, Fraijanes e San Marcos, e furono esportati ben 400 quintali di caffè in Europa. L’anno seguente le esportazioni furono quasi triplicate superando i 1100 quintali.
L’anno della svolta per il Guatemala fu il 1870, quando il presidente Justo Rufino Barrios introdusse una serie di norme volte a liberalizzare il mercato del caffè, diventando così la principale attività economica del Paese con il 90% sul totale delle esportazioni nel giro di soli 10 anni.
I benefici di queste riforme non coinvolsero però tutta la popolazione. A farne le spese furono perlopiù le popolazioni Maya locali che vennero espropriate dai loro terreni e costrette a lavorarci come schiavi.
Ulteriori riforme da parte del governo resero più facile l’acquisto di terreni da parte degli stranieri, con una conseguente massiccia immigrazione dall’Europa, in particolare dalla Germania.
Fu proprio grazie agli investimenti dei tedeschi che il Guatemala ebbe la possibilità di svilupparsi e modernizzarsi, grazie alla costruzione di strade e infrastrutture che resero possibile il trasporto del caffè dalle zone montuose ai porti di imbarco in tempi decisamente più brevi.
Gli anni che seguirono furono contrassegnati da un inasprimento delle condizioni di vita delle popolazioni locali e l’ampliamento del divario con l’elite dominante. Ne derivò una costante instabilità politica e sociale e numerosi furono i casi in cui si dovette ricorrere all’uso della forza armata per sedare i movimenti di rivolta popolare.
Una tregua fu possibile grazie al primo governo democraticamente eletto di Jacopo Arbenz nel 1950, che cercò di introdurre nuove e più eque riforme agricole. L’opposizione da parte dei grossi proprietari terrieri non tardò ad arrivare ed il governo fu rovesciato nel 1954 da un colpo di Stato col supporto dei servizi segreti americani.
Da quel momento ebbe inizio la più lunga guerra civile nella storia delle Americhe, che terminò solo con gli accordi di pace siglati nel 1996. Ciononostante, le cause principali alla base del conflitto, ovvero povertà, disuguaglianza e razzismo, ancora oggi costituiscono lo scenario politico ed economico del Guatemala, impedendone un reale sviluppo.
Oggi il Guatemala rappresenta l’11° produttore a livello globale con quasi 4 milioni di sacchi di produzione annua distribuiti nelle 8 regioni principali del Paese, ognuna con un suo specifico microclima. Altitudine e terreno vulcanico rappresentano condizioni ideali per la coltivazione di Arabica (su tutte varietà tradizionali come Bourbon, Caturra, Catuai), tuttavia di recente sono molto apprezzati anche i caffè Robusta lavati provenienti dalle zone più pianeggianti ma costituiscono solo il 2% della produzione totale.
GUATEMALA HUEHUETENANGO PRESIDIO SLOW FOOD
Il presidio Slow Food, avviato a partire dal 2002 nella regione di Huehuetenango in Guatemala, mira al miglioramento delle condizioni di vita di 200 piccoli produttori, fornendo loro gli strumenti necessari per la produzione di un caffè di qualità. Questo progetto, grazie soprattutto all’eliminazione di figure intermediarie, evita che il guadagno finale venga spalmato e sperequato lungo tutto il canale di produzione, consentendo ai produttori di spuntare un prezzo più alto sul mercato.
LAVORAZIONE: lavato
ZONA DI PRODUZIONE: Huehuetenango
ALTITUDINE: 1600 – 1900 m
VARIETÀ BOTANICHE: Typica, Bourbon e Catuai
CRIVELLO: 17-18
COLORE: verde brillante
TOSTATURA: la City roast ne esalterà le note più dolci e fruttate e ne aumenterà la percezione di acidità citrica, una Full City più spinta invece darà risalto alla corposità farà emregere un’acidità più lattica e tartarica.
TAZZA: molto aromatica e raffinata. Spiccano sentori di caramello e cioccolata e note fruttate che ricordano la marmellata di arance. L’acidità è decisamente marcata e gradevole. Il retrogusto è pulito, secco e molto persistente.
Rubrica a cura di
Alberto Polojac