Monografie “TANZANIA”

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MEMBRO ICO codice n. 33
SPECIE BOTANICHE Arabica (65%) e Robusta (35%)
SACCHI 60 kg
RACCOLTO ottobre-febbraio per l’Arabica giugno-dicembre per la Robusta
ESPORTAZIONE dicembre-aprile per l’Arabica agosto-febbraio per la Robusta
PRODUZIONE 750.000 sacchi

 

 

Capitale: Dodoma
Moneta: Scellino tanzaniano (TZS)
PIL: totale 28,247 milioni di $ Pro capite $ 629
Paesi confinanti: a nord con Kenya e Uganda, a ovest con Ruanda, Burundi e Repubblica Democratica del Congo e a sud con Zambia, Malawi e Mozambico

La coltivazione del caffè in Tanzania venne introdotta alla fine del IXX secolo per opera dei missionari cattolici: la prima varietà botanica coltivata fu la Bourbon proveniente dall’isola di Reunion (all’epoca Ile de Bourbon) e successivamente venne introdotta la varietà tipica Kent nelle regioni di Bayamoyo e Mogoro.
Oggi a queste si aggiungono la Nyssa e la Blue Mountain mentre recentemente sono state trovate due nuove specie indigene nelle montagne dell’area orientale della Tanzania, la Coffea bridsoniae e la Coffea kihansiensis.
L’economia della Tanzania è una delle meno sviluppate al mondo e l’agricoltura si concentra soprattutto sulla coltivazione di caffè, seconda per importanza solo a quella del tabacco.
Il 70% è di specie Arabica e il 30% è di Robusta. Il caffè è commercializzato da un sistema di aste organizzato dal Tanzania Coffee Board (TCB) e una parte più piccola viene venduta attraverso la vendita diretta.
Il territorio è prevalentemente montuoso nella parte nord-est dove si innalza la vetta del Kilimangiaro, il monte più alto del continente africano che arriva fino a 5895 metri. Intorno ad esso si sviluppa un ambiente caratterizzato da una vegetazione tropicale con un clima molto adatto alla coltivazione di caffè.
Spesso la qualità di questo caffè non è abbastanza elevata per essere venduta come specialty e la gran parte viene coltivata in piccoli appezzamenti di 5 ettari che producono quasi il 90% dell’intera produzione del Paese, il resto è coltivato da cooperative e in grandi proprietà ben organizzate. Inoltre, la resa di una tipica pianta del caffè in Tanzania è relativamente bassa. Questi fattori si combinano per rendere il caffè un business difficile per gli agricoltori della Tanzania.
Il caffè Arabica coltivato qui, indicato comunemente anche come caffè Kilimangiaro, si distingue per una spiccata corposità e un’acidità delicata.
Altra zona molto importante per la coltivazione di Arabica di qualità è quella che si sviluppa intorno al monte Meru. Il caffè Arabica coltivato nella regione del Kilimangiaro è perlopiù lavorato con metodo lavato, mentre la Robusta, che cresce nella regione meridionale di Bukoba da cui prende il nome la sua varietà più comune, viene invece lavorata con metodo naturale.
Meno famoso rispetto al caffè del confinante Kenia nonostante produca pressoché gli stessi volumi, il caffè tanzaniano ha un’acidità vinosa che potremmo definire vibrante e brillante, a volte tagliente, con un gusto profondo e ricco. Tipicamente il corpo va dal medio al pieno con una intensa cremosità.
Le note aromatiche ricordano quelle di frutti rossi, a volte con sfumature di cedro.

TANZANIA COFFEE RESEARCH INSTITUTE
L’Istituto di ricerca sul caffè in Tanzania è stato fondato nel 2000 come società governativa senza scopo di lucro e ha avviato le sue attività nel settembre del 2001.
L’istituto è principalmente di proprietà del governo e non ha scopo di lucro; è interamente dipendente da finanziamenti governativi, donatori e vendita di materiali e strumenti agricoli.
A causa del calo della produzione di caffè in Tanzania dagli anni ’90, l’Istituto ha il compito di ringiovanire l’industria del caffè nel Paese e contribuire ad aumentare le entrate derivanti dalle esportazioni di caffè. L’Istituto fornisce un servizio alle migliaia di agricoltori del settore con importanti progressi tecnologici e istruendo gli agricoltori sulle migliori pratiche agricole in linea con lo sviluppo continuo della professione e le migliori pratiche del settore agricolo nel caffè.
Il Tanzania Coffee Research Institute (TaCRI) è stato istituito nei primi anni con 2 obiettivi principali: migliorare il sostentamento degli agricoltori e sviluppare ulteriormente un’industria del caffè sostenibile e redditizia. Come parte di questi obiettivi, l’Istituto si è prefissato l’obiettivo di ripiantare tutte le 200 milioni di piante di caffè del paese con varietà migliorate entro il 2020.

 

TANZANIA AA KILIMANJARO

LAVORAZIONE: lavato
ZONA DI PRODUZIONE: zona di Moshe
ALTITUDINE: 1200-2200 m
CRIVELLO: minimo 90% trattenuto dal crivello 18
COLORE: giallo pallido

DIFETTI: non sono tollerati chicchi neri, orecchie, grani elefante e foxy beans; può contenere al massimo il 2% di chicchi rotti.
In tostatura con una City Roast, si accentuano i sentori floreali, mentre una tostatura più spinta fa esaltare le note di frutti rossi e di pepe nero nel finale.
PROFILO IN TAZZA
AROMA: vinoso e dolce
GUSTO: cioccolata, agrumi e zucchero di canna
ACIDITÀ: delicata prevalentemente lattica
CORPO: pieno
RETROGUSTO: miele e frutta secca.

Rubrica a cura di
Alberto Polojac