Radici antiche di un’azienda moderna

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“Danesi Caffè. Torrefattori romani da quattro generazioni

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, marzo 2024, autore Alberto Medda Costella

“Siamo un’azienda di torrefazione romana, di antica tradizione, legata profondamente alla città, ma ci contraddistingue una forte apertura internazionale, come dimostra la nostra stessa storia” spiega Ilaria Danesi, esponente della quarta generazione dell’omonima torrefazione.

Danesi Caffè nasce a Roma nel 1905 con Alfredo Danesi, allora venticinquenne, che insieme al suo amico Domenico Nencini, avvia l’attività come Emporio di Caffè Spezie e Coloniali nel pieno centro dell’Urbe. Dopo essersi elevata a capitale del nuovo Regno d’Italia nel 1871, grazie al quale affluiscono da tutto lo Stivale numerosi esponenti della politica e della cultura dell’epoca, la città vede sorgere numerosi caffè che favoriscono la socialità e lo scambio intellettuale. Ancora oggi alcuni di questi, il più antico risale addirittura al 1760, sono presenti e contribuiscono a fare del centro laziale uno dei più importanti del Paese per consumo e culto del caffè.

“Nel 1898 il mio bisnonno Alfredo inizia la sua esperienza nel commercio al dettaglio presso drogherie ed empori di caffè crudi e tostati di Roma e Napoli. Nel 1905 inaugura la prima attività di torrefazione con annessa drogheria e degustazione in Via Tomacelli, sotto l’insegna “Nencini e Danesi”, tramandando questa passione a mio nonno Giovanni”. Il mio bisnonno Alfredo fu tra i primi a diffondere l’uso del tradizionale “espresso” nella vecchia Roma con l’apertura di una serie di drogherie, coloniali e degustazioni, contribuendo a scrivere le prime importanti pagine della storia del caffè italiano”.
A partire dal 1933 è Giovanni Danesi a proseguire l’attività paterna, favorendo la crescita dell’azienda e sviluppando la vendita nel canale dei pubblici esercizi.
“Mio nonno, come suo padre, era un vero e proprio cultore del caffè, perché considerava questa bevanda come un’autentica forma d’arte e, per questo, volle promuoverne il consumo in tutto il paese”, riprende Ilaria.
Per queste ragioni Danesi Caffè può essere annoverata tra le prime aziende italiane ad avere esportato il caffè torrefatto verso l’estero, risultando tra i pionieri della diffusione della cultura dell’espresso nel mondo. Una politica che con l’ingresso di Roberto, papà di Ilaria, ha portato ad una vera e propria internazionalizzazione del marchio, facendo arrivare il caffè romano in Europa, in Russia e negli Stati Uniti, in particolare a New York, Atlanta, Los Angeles e Miami.

“Il 2 giugno 2023 nostro padre Roberto” prosegue Ilaria “è stato nominato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavaliere del Lavoro per aver contribuito ad esportare la cultura italiana nel mondo tramite il caffè. Un importantissimo e meritato riconoscimento per il suo lavoro che è giunto proprio nell’anno in cui ha compiuto 80 anni. Anche per questo crediamo fortemente nel progetto che punta a far riconoscere dall’Unesco l’espresso italiano tradizionale Patrimonio Immateriale dell’Umanità”.
Già perché Danesi Caffè, nuovo socio da quest’anno del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, fa comunque parte fin dal 2015 del collegato Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale che ha per oggetto la promozione, la valorizzazione e la tutela del caffè tra gli operatori del settore e i consumatori, mediante richiesta all’UNESCO per ottenere il riconoscimento di Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Oggi l’Azienda è attiva nell’importazione e torrefazione ed esportazione di caffè a marchio proprio e può contare sull’apporto non solo di papà Roberto, ma anche delle sorelle Giorgia e Giordana, che insieme ad Ilaria, costituiscono il management aziendale. “La nostra forza è il lavoro di squadra che coinvolge tutti coloro che lavorano per noi. Ci siamo sempre impegnati a creare un ambiente di lavoro positivo e stimolante” spiega Ilaria Danesi.
La torrefazione romana è da tempo orientata verso una produzione responsabile e sostenibile, che l’ha vista avviare cooperazioni internazionali volte alla costruzione di filiere corte e alla collaborazione diretta con i produttori di caffè in Guatemala, Ruanda, Honduras, Brasile ed Etiopia.

“Per promuovere la sicurezza alimentare lavoriamo in Honduras con la Fondazione Grano de Esperanza, dove siamo riusciti a consegnare gratuitamente oltre cento borse termiche a piccoli produttori, per contribuire alla tutela della salute nutrizionale degli agricoltori e dei loro lavoratori che raccolgono le ciliegie. Per garantirci l’acquisto del caffè migliore e di elevata qualità, lavoriamo anche con la cooperativa Samac in Guatemala e con quella di Cocagi in Ruanda. Quest’ultima fa parte dell’International Women Coffee Alliance (IWCA), il cui obiettivo è il riconoscimento e il rafforzamento del ruolo della donna nella filiera internazionale del caffè” spiega Ilaria.
Verso la sostenibilità sono poi indirizzati gli investimenti per la riduzione delle emissioni e per l’efficientamento energetico all’interno dello stabilimento aziendale della Danesi Caffè. Allo stesso tempo, sono utilizzati imballaggi riciclabili e sono stati acquistati veicoli elettrici per la consegna dei prodotti a marchio Danesi. Menzione a parte va poi fatta per il riciclo della silverskin destinata ad impianti del territorio laziale per la produzione di biogas. Nuove sfide attendono la Danesi Caffè, così come tutti i torrefattori, a partire dalle nuove regolamentazioni emanate dall’Unione Europea, tra cui quella sulla deforestazione.
“A guidarci verso questa direzione sono i valori che ci hanno tramandato i nostri nonni e nostro padre, il quale ci ha trasmesso l’amore per questo mestiere che, quando svolto con passione, restituisce importanti gratificazioni anche a livello umano” conclude Ilaria.
Se pensiamo che il caffè non è solo una forma di ritualità, ma è un prodotto che soprattutto all’estero era riconosciuto come eccellenza italiana, possiamo comprendere quanto il lavoro e l’impegno della Danesi Caffè sia utile per tutto il nostro movimento. Come Notiziario Torrefattori, chiamati da tempo a fare la nostra parte, affinché il caffè italiano torni ad essere una delle icone dell’Italian Way of Life, salutiamo con entusiasmo il loro ingresso nel GITC, che consideriamo un valore aggiunto rispetto a quanto stiamo portando avanti da tempo.