Toco Caffè

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“Il caffè abruzzese monorigine do Brasil. Una storia imprenditoriale di emigrazione e di caffè”

• NOTIZIARIO TORREFATTORI, gennaio 2023, autore Alberto Medda Costella

Oraldo Ricci è un chirurgo ortopedico (ex primario), con 45 anni di lavoro alle spalle, svolge ancora attività professionale. Il suo incontro col caffè nasce quasi per caso, o meglio, per la venuta di un lontano parente della moglie, arrivato in Italia una decina di anni fa per riannodare i fili parentali e conoscere i luoghi da cui partirono i suoi antenati Lollobrigida per l’America, che lasciarono l’Italia nel lontano 1891 dal centro abruzzese di Tagliacozzo.

“Nell’Ottocento un Lollobrigida tagliacozzano”, spiega il dottor Ricci, “è espatriato in Brasile con la giovanissima famiglia e lì ha dato i natali a numerosi discendenti. L’ultima generazione è venuta a ricercare le origini in Italia. Questa è stata l’occasione che ci ha fatto riavvicinare e conoscere. L’incontro con Domingos Lollobrigida è avvenuto nel nostro paese nel 2009, tramite il nostro B&B (Casa Lollobrigida) che mia moglie gestisce a Tagliacozzo. Quando il nostro parente brasiliano ha cercato un posto dove soggiornare ha trovato la nostra struttura con piacevole sorpresa”.

Un riavvicinamento che però è stato foriero di nuove iniziative, sia per il ramo sudamericano dei Lollobrigida che per quello italiano. Per l’occasione Domingos volle regalare alla figlia del dottor Ricci, appassionata di cavalli, un esemplare di razza Mangalarga Marchador, cavallo nazionale brasiliano, che oggi conta circa 30.000 allevatori sparsi in tutto il Brasile e un registro di circa 600.000 cavalli regolarmente censiti.
“È così partita l’idea di mettere in piedi una linea di allevamento di cavalli Mangalarga Marchador italiana. Dalla nostra cavalla Barbara, tramite inseminazioni selezionate, abbiamo dato vita alle prime nascite di esemplari in Italia. Per sostenerci economicamente, abbiamo concordato e attuato la creazione di una società italo-brasiliana di import/export, la Fontarnisi s.r.l., avviata col cavallo, ma che poi si sarebbe allargata anche ad altri prodotti, con al primo posto proprio il caffè col marchio Toco”.

La giovanissima torrefazione è peraltro fresca del premio 2022 “Eccellenze Italiche di Casa Ovidio”, produzioni orgoglio dell’Abruzzo, consegnato a Sulmona. Un riconoscimento inaspettato, a detta del dottor Ricci, ma forse poi non tanto, anche perché la torrefazione ha come unico riferimento la qualità. La miscela vincitrice è peraltro anche l’unica della Toco, 100% Arabica, realizzata esclusivamente con caffè brasiliani del Minas Gerais. I numeri per il momento sono molto contenuti, ma con la possibilità di farli crescere qualora il mercato locale dovesse richiedere il caffè Toco.
“Mi sono organizzato per mettere in piedi la mia torrefazione a conduzione famigliare”, riprende, “attrezzandomi con idonee apparecchiature italiane. Ho investito non poco per realizzare un prodotto di eccellente qualità che avesse anche una piacevole confezione da presentare ai consumatori. Ho frequentato corsi e persone di esperienza, per avere conoscenza di questo complesso mondo. Come per un buon vino serve dell’uva buona, per fare un caffè buono è fondamentale avere un caffè d’eccellenza. Poi bisogna anche saperlo fare e piano piano siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo, fino ad ottenere il premio in questione”.

La Toco importa direttamente il caffè d’alta quota dalla regione di Mantiqueira del Minas Gerais, Yellow Catuai, raccolto con metodo Pulped Natural di origine e qualità garantite con marchio DOP. I caffè selezionati vengono poi tostati nella torrefazione, miscelati e confezionati nelle varie formulazioni di vendita, cioè 100% Arabica macinato per uso domestico moka, miscela in grani per confezioni da chilo per uso bar, miscela per cialde 44 e capsule compatibili Nespresso, Espresso Point, A Modo Mio.
Oltre ad aver la distribuzione nel territorio con i punti vendita, Toco Caffè sfrutta prevalentemente i canali dell’e-commerce.

“Noi trattiamo solo caffè di origine brasiliana e vogliamo mantenere questa caratteristica, con caffè arabica di varie tipologie. In Abruzzo ci sono alcune torrefazioni, anche di un certo livello, ma la Marsica, dove ci troviamo, al momento risulta scoperta”, conclude Ricci, che lascia intendere che l’obiettivo è di reimportare il caffè torrefatto in Brasile, magari promuovendo la cultura dell’espresso italiano, grazie anche al tramite del ramo tagliacozzano dei Lollobrigida fattosi brasiliano, in un continuo attraversamento di oceani e scambi famigliari, che rinnovano il patto col lavoro, con l’Italia e col Brasile.