“Dersut e i Caballini di Sassoferrato”
• NOTIZIARIO TORREFATTORI, dicembre 2023, autore Alberto Medda Costella •
“Sono nato in via Stuparich, a Trieste, ma da quando ho tre anni vivo a Conegliano” spiega il Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato, patron della Dersut nonché presidente onorario del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè.
“Nel 1949 sono partito da Trieste assieme ai miei genitori, Vincenzo ed Elisabetta, e ci siamo trasferiti a Conegliano.
Mio nonno materno, Luigi Gianfrè, trattava il caffè crudo, in via Valdirivo a Trieste, attività che continua con mio cugino Roberto Gianfrè, attuale proprietario della torrefazione Excelsior.
Mio padre Vincenzo all’epoca lavorava alla Fiat e nel 1949 su indicazione di mio zio Armando ha rilevato la Dersut Caffè Torrefazione dell’industria della Spezia Nazionale, che all’epoca era ancora allo stato embrionale”.
Già perché la torrefazione di Conegliano non nasce con l’arrivo della famiglia Caballini nella città del Cima, ma due anni prima. Dersut, infatti, è l’acronimo di Der(osa) e Sut(tora), Marcello e Giovanni, due triestini che nel 1947 costituiscono la società, ma che la cedono appena due anni dopo. All’epoca il mercato veneto era in ascesa e i consumi di caffè dopo la guerra cominciavano a crescere in modo costante.
Il Conte Vincenzo a quel punto lascia la comoda e sicura posizione lavorativa di dirigente nella filiale del lingotto di Trieste, per affrontare un futuro incerto e catapultarsi a Conegliano in via dei Pascoli e avviare di fatto la torrefazione.
Il resto è storia, precisiamo, di successo, frutto di tenacia e lungimiranza, che ha portato Dersut Caffè a trasferirsi nell’attuale via Vecellio già nel 1955 e a farne una delle realtà più importanti del Triveneto.
“Sono entrato in azienda nel 1971. Successivamente nel 1999 è stata la volta di mia figlia maggiore avv. Lara, attuale amministratore delegato e dal 2015 anche della mia secondogenita dr.ssa Giulia, in questo momento marketing manager dell’azienda”.
Se pensiamo che il nome della città di Conegliano con il suo territorio è oggi noto a livello mondiale per la produzione del prosecco, sempre più spazio e importanza sta acquisendo il caffè, interesse alimentato dalla presenza del Museo Dersut, aperto nel 2010 e voluto fortemente da Giorgio Caballini, spazio unico in Italia per la completezza del percorso storico-didattico, che va dalla pianta alla tazzina, con l’evoluzione delle macchine espresso. Non è un caso che la struttura per la sua valenza sia stata associata nel 2018 alla rete nazionale Museimpresa.
“Lo abbiamo realizzato con l’obbiettivo di non perdere le radici e le tradizioni.
Per il museo c’è molto interesse e abbiamo visitatori da tutto il mondo, con un ritorno d’immagine per tutta la città e il territorio.
Una esposizione che presto sarà arricchita da una collezione di 630 pezzi di caffettiere.
Mi dicono che sarà la più importante in Italia e la terza nel mondo”.
Dersut Caffè oggi si avvale della collaborazione di quaranta dipendenti e di trentasei rappresentanti, con una clientela prevalente nel Triveneto, ma che si è allargata recentemente a Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Senza dimenticare l’estero con Germania e Austria e molte altre nazioni.
Una preferenza verso la torrefazione coneglianese cresciuta sensibilmente a partire dal 2002 con l’apertura della Bottega del Caffè Dersut, una catena di caffetterie a marchio aziendale, che permettono di promuovere i prodotti e le nuove proposte Dersut. Tra le miscele da segnalare Caffè Light, decerato, suggerito ai forti consumatori di caffè e a chi soffre di disturbi gastrici. Nei primi mesi del 2024 è previsto il trasferimento nel nuovo stabilimento.
“Abbiamo acquisito 34.000 metri di terra, di cui 8.000 saranno donati al comune di Conegliano come area per sgambamento cani. 5.500 sono coperti e distribuiti su due piani. Il nuovo stabilimento avrà un magazzino automatizzato e un impianto di torrefazione di ultima generazione, dove riusciremo così a migliorare ulteriormente il prodotto. Inoltre è previsto un percorso al 1° piano dove i visitatori potranno vedere la torrefazione in attività senza per questo disturbare la produzione.Un’attrazione che unita alla stessa presenza del museo, rappresenterà un motivo in più per poter visitare la città di Conegliano”.
Un’attenzione per il sociale e per il territorio che Dersut ha sempre avuto, dalla donazione di Villa Caballini, destinata a centro diurno per anziani, all’impegno verso il mondo dello sport, dalla mammografia offerta gratuitamente come contributo alla diagnosi precoce non coperta dal Servizio Sanitario Nazionale, al recente progetto Dersut Reuse con la distribuzione di duemila portamozziconi nelle spiagge venete.
L’attivismo della famiglia Caballini è il medesimo anche nell’associazionismo di categoria, con Vincenzo prima (1978-1998) e Giorgio poi (2004-2016) a capo dello stesso Gruppo Torrefattori. Quest’ultimo è stato anche promotore nell’avanzare la candidatura dell’espresso italiano a patrimonio immateriale dell’Unesco.
“L’idea parte da me nel dicembre del 2013, quando ho appreso che il caffè turco era diventato patrimonio immateriale dell’Unesco. Allora ho pensato perché non può avere questo riconoscimento anche il caffè espresso italiano? Così nel settembre del 2014 ho cominciato a raccogliere le adesioni per costituire il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, del quale sono tuttora il presidente.
Spero che finalmente in marzo del 2024 la candidatura venga inviata dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco (C.N.I.U.) a Parigi”.
Un auspicio che ci auguriamo anche noi come Gruppo, consapevoli che un traguardo di questo tipo andrà a vantaggio del Made in Italy, ma soprattutto di tutti i torrefattori e aziende che ci onoriamo di rappresentare.